Cittadinanzattiva: In Italia la gestione dei rifiuti meno funziona e più la si paga:

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Rifiuti a peso d’oro: a Napoli, la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ammonta a 453€, quasi il quadruplo rispetto alla città meno cara d’Italia, Isernia (122€). Tra i 10 capoluoghi con le tariffe più alte, otto sono al Sud mentre solo uno, Trieste, è del Nord (309€). In generale, la media annua più alta si registra in Campania (364€), la più bassa in Molise (131€), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese che trova conferma anche all’interno di una tessa Regione: in Lombardia, per esempio, a Milano (262€) la Tarsu arriva a costare quasi il doppio di Cremona (139€). Lo stesso dicasi in Sicilia, dove la Tarsu pagata a Siracusa supera di 165€ la Tarsu pagata a Caltanissetta (241,5€), o in Toscana, dove la Tia pagata a Livorno (304€) supera di ben 130€ la Tia pagata a Firenze (174€). E ancora, in Campania, la Tarsu ad Avellino è di ben 262€ inferiore rispetto a quella pagata a Napoli, mentre in Calabria la Tarsu pagata a Crotone è di 143€ più alta di quella pagata a Vibo Valentia.
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri. L’indagine, condotta con il contributo dei rilevatori civici di Cittadinanzattiva, ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2009. On line su www.cittadinanzattiva.it l’indagine completa con il prospetto per ciascun capoluogo e la composizione delle voci di costo.
Caro bollette. In media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2009 una spesa di 233 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Cinque le città che nell’ultimo anno hanno fatto registrare incrementi record, superiori al 20%: Napoli (+60,1%), Reggio Calabria (+57,4%), Benevento (+44%), Trapani (+34,7%) e Pescara (+21,3%). In altre nove città, gli incrementi sono superiori al 10%. Inoltre, da gennaio 2000 a dicembre 2010, secondo dati Istat, l’incremento registrato a livello di tariffe rifiuti è stato del 61%.
In negativo, da segnalare anche il ritardo con il quale i capoluoghi di provincia hanno adottato la Tariffa d’igiene ambientale (Tia), introdotta dal Decreto Ronchi nell’ormai lontano 1997: sono solo il 45%, mentre la maggioranza dei capoluoghi (55%) è rimasta fedele alla Tarsu (Tassa smaltimento rifiuti solidi urbani).
Il commento di Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva: “In Italia, la metà dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la produzione pro capite di rifiuti urbani è presso ché stabile, mentre ciò che non accenna a diminuire è il carico delle tariffe, specie in quelle aree del Paese, come il Sud, dove il reddito pro capite è più basso. In sostanza, il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori, e da questo punto di vista il caso della Campania è quanto mai esemplificativo.Napoli insegna: appena è esploso il caos rifiuti nel 2008, l’Amministrazione ha subito annullato la disposizione del regolamento comunale che di fatto prevedeva la riduzione del 60% della Tarsu nei casi di gravi inadempimenti nella gestione del servizio. E come se non bastasse, dal 2008 ad oggi non hanno fatto altro che aumentare l’entità della tassa. Come a dire, al danno si è aggiunta la beffa: non solo rifiuti per strada ma anche l’obbligo di pagare per intero e sempre di più per un servizio che non funziona. Napoli non è che un esempio della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. Anche nella gestione dei rifiuti, come per l’acqua, la recente riforma dei servizi pubblici locali non può prescindere dall’istituzione di una indipendente Autorità di regolamentazione e controllo, oltre che da un convinto coinvolgimento dei cittadini e delle Associazioni che ne tutelano i diritti, nella valutazione del servizio, come peraltro previsto dal comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziari 2008 (l. 244/2007)“.
Nel calcolo degli importi, le somme sono tutte comprensive, per la Tia, di Iva al 10% e addizionale provinciale (che varia dallo 0% di Trento e Bolzano al limite massimo del 5% riscontrato in 36 Comuni su 49). Per la Tarsu, gli importi considerati sono tutti comprensivi dell’addizionale erariale (10%) e dell’addizione provinciale (che in questo caso varia dallo 0% di Aosta al limite massimo del 5% riscontrato in 49 Comuni su 57).
Esempi positivi e non: al nord, si distinguono in positivo Veneto e Trentino, dove la Tia è applicata in tutti i capoluoghi, la spesa sostenuta dalle famiglie è inferiore ai valori medi nazionali, così come gli incrementi tariffari. Il tutto a fronte di una percentuale di raccolta differenziata di gran lunga superiore alla media nazionale, così come sono inferiori alla media nazionale i relativi dati sulla produzione pro capite di rifiuti urbani. Per gli stessi motivi si segnala anche la regione Lombardia, se non fosse che meno della metà dei capoluoghi ha adottato la Tia. Al centro, abbastanza bene l’Umbria, con costi in linea con la media nazionale, aumenti contenuti, Tia presente nei due capoluoghi, livelli di raccolta differenziata non lontani dai livelli medi nazionali. Il Molise, invece, anche se presenta i costi più contenuti, registra valori minimi in fatto di raccolta differenziata, e una produzione pro capite di rifiuti urbani addirittura in forte aumento. Al sud, abbastanza bene la Calabria per i contenuti costi – anche se in pericolosa ascesa – , meno bene per i bassi livelli di raccolta differenziata e per la Tia ancora assente. Contenuti e bloccati i costi in Basilicata, dove la produzione pro capite di rifiuti urbani è in incoraggiante diminuzione anche se la differenziata è ancora a livelli inaccettabili e la Tia non c’è. Enorme e sotto gli occhi di tutti, infine, il ritardo che si registra in Campania, al primo posto per i costi elevati e agli ultimi per adeguamento alla normativa di settore (Tia ancora non adottata da alcun capoluogo, bassi i livelli di raccolta differenziata, incoraggiante la diminuzione di rifiuti urbani prodotti pro capite).
Uno contro Uno, conviene a tutti. Conosciamo il valore dei Raee. A partire da dicembre, Cittadinanzattiva promuove “Uno Contro Uno. Conosciamo il valore di un rifiuto Raee”, campagna di informazione sulla corretta gestione dei rifiuti derivanti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Cosa prevede la normativa nei suoi aspetti di maggior interesse per la tutela dei diritti dei consumatori? Cosa si intende per Raee e quali sono i principali prodotti da cui ne derivano i relativi rifiuti? Quali gli impegni in capo a amministrazioni comunali, esercizi commerciali e singoli cittadini? Queste tra le principali informazioni contenute nella guida “Uno contro Uno: conosciamo il valore di un rifiuto Raee”, distribuita gratuitamente in 50 città dove presso le sedi locali di Cittadinanzattiva sarà possibile anche segnalare disservizi e ricevere assistenza. La guida è anche consultabile su www.cittadinanzattiva.it/emergenza-rifiuti.html.
L’iniziativa, promossa con il sostegno di ECODOM, Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici, prevede anche il coinvolgimento diretto dei cittadini, mediante un monitoraggio in diversi capoluoghi nei quali monitori di Cittadinanzattiva debitamente formati andranno a verificare l’applicazione delle novità legislative relative ai Raee: all’interno dei punti vendita è esposta l’informativa sul principio delcd. “Uno Contro Uno”? Il prezzo dei prodotti è comprensivo dell’eco-contributo? E ancora, al momento della consegna a domicilio, per esempio, di una nuova lavatrice, il rivenditore provvede a ritirare quella vecchia? Chiede soldi o lo fa gratuitamente? Informa sui centri di raccolta/isole ecologiche? Per chi volesse partecipare al monitoraggio, o contribuire con foto-denuncia e testimonianze: rifiuti@cittadinanzattiva.it.