Un progetto di valore è la sintesi delle qualità di tutti i suoi componenti, dai materiali alla messa in sicurezza dei lavoratori: questo il messaggio lanciato a Roma nella tre giorni di studio della Cte INAIL – moderata da Marco Stancati – all’insegna della presenza di architetti di fama mondiale quali Portoghesi, Botta e Desideri
Arrivare a una perfetta concordanza e assonanza di tutti i componenti – dai materiali utilizzati alla messa in sicurezza dei lavoratori, alla responsabilità d’impresa – per ottenere un prodotto edilizio realmente di qualità. È stato questo il tema al centro del recente convegno “Rapsodia in blu, la qualità del costruito, armonia dei componenti”, organizzato dalla Consulenza tecnica per l’edilizia dell’INAIL. Una tre giorni di studio che ha visto la presenza di esperti e rappresentanti di spicco di varie discipline – a partire da tre architetti di fama mondiale come Mario Botta, Paolo Portoghesi e Paolo Desideri – che hanno animato con i loro interventi sulla qualità del costruito, la progettazione e riqualificazione degli spazi pubblici e la scelta dei componenti.
A chiudere il primo giorno di lavori, l’intervento di Marco Ferraro, ingegnere responsabile di società Condotte s.p.a che ha posto l’attenzione sulla questione della sicurezza in un cantiere complesso, come parte integrante della progettazione. La seconda giornata, invece, ha visto susseguirsi interventi sui temi più vari. Di particolare rilevanza la riflessione sulla responsabilità sociale d’impresa nella gestione del cantiere, considerata un elemento costitutivo del processo di progettazione. Il convegno si è chiuso, così, con una giornata dedicata al tema della “ludo come linguaggio di comunicazione”. Tra gli interventi più apprezzati quello di Patrizio Di Nicola, sociologo e docente di “Processi e cultura d’impresa” all’università La Sapienza di Roma, che ha fatto un excursus storico sull’evoluzione del linguaggio comunicativo, dall’epoca egiziana ai giorni nostri. Sono stati, inoltre, presentati diversi progetti finalizzati ad aumentare i livelli di attenzione sulla sicurezza con forme non convenzionali, come cartoon, vignette, etc. Particolarmente interessante l’idea di Antonio Brancaccio, presidente e amministratore delegato della Brancaccio Costruzioni Spa, di realizzare all’interno di un cantiere una forma di comunicazione interattiva in cui si può ricostruire il luogo virtuale in cui si sta operando come in un videogioco: una sorta di Second life adattato al cantiere reale.
“Questo sedicesimo convegno nazionale ha dato la possibilità agli specialisti dell’INAIL di confrontarsi con grandi protagonisti dell’architettura sul significato di ricerca e innovazione, riqualificazione degli spazi scelta dei componenti e ambiente e di partecipare all’esaltante intervento peripatetico di Paolo Portoghesi che ha contestualizzato l’evento rispetto alla struttura ospitante, un complesso monastico del XVII secolo e all’opera di Borromini, progettista della annessa Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori”, commenta Marco Stancati, chairman della convention e docente di “Media planning” alla Sapienza di Roma, facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione. “Riuscire a mettere insieme Botta, Desideri e Portoghesi per la “Rapsodia in blu” dell’INAIL vuol dire credere nella formazione come cultura del confronto e dei comportamenti. È un merito indiscutibile dell’Istituto. L’architettura è la comunicazione nella quale viviamo: che siano ambienti di vita, di lavoro o di svago. L’architettura è la metafora stessa della continuità tra comunicazione interna ed esterna: il benessere organizzativo non può prescindere da una distribuzione degli spazi pensati per accogliere e favorire il rapporto con noi stessi e con gli altri”.
Secondo Stancati nell’epoca di Internet, “che ha esaltato la voglia di protagonismo del singolo e ha rivoluzionato il concetto di target, non possiamo più pensare di fare comunicazione sulla sicurezza in maniera solo trasmissiva”. Bisogna, invece, “accogliere il desiderio di partecipazione guardando con più costante attenzione al modello della ‘coda lunga’ e alla capacità delle persone di produrre contenuti coerenti, per linguaggio e canali di contatto, con la comunità di appartenenza. L’INAIL è stata capace di cogliere questa esigenza anni fa, quando era ancora segnale debole”, conclude Stancati, “facendo produrre a giovani e giovanissimi una nuova segnaletica della sicurezza. Deve continuare oggi cogliendo le nuove possibilità offerte dalla tecnologia come, per esempio, la Realtà Aumentata per una comunicazione non convenzionale e un coinvolgimento profondo degli interlocutori”.