Decalogo Ue per il rilancio delle Pmi

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Dal salvataggio al rilancio: l’industria europea volta pagina e passa dalla difesa all’attacco. D’ora in poi, ha annunciato la Commissione Ue nella «Comunicazione sulla politica industriale integrata nell’era della globalizzazione» a firma del vicepresidente con delega all’Industria, Antonio Tajani, sarà la ricerca della competitività il filo rosso che accompagnerà tutte le scelte politiche di Bruxelles da qui al 2020. Con effetti su piccole, medie e grandi imprese.
Un piano in dieci mosse (si veda l’infografica a fianco) presentato il 28 ottobre scorso, con una tabella di marcia ben delineata e una meta ambiziosa da raggiungere: cinque milioni di nuovi posti di lavoro, di cui tre nelle Pmi, nei prossimi dieci anni. «È l’ultimo capitolo della crisi e l’inizio della fase di rilancio – spiega Tajani – una sorta di mini-rivoluzione industriale con un piano di governance europeo all’insegna della competitività. Questo non significa che vogliamo imporre la nostra ricetta ai Paesi membri. Piuttosto li invitiamo a condividere e coordinare gli obiettivi per dare alla politica industriale un valore aggiunto. Per questo diciamo sì agli incentivi all’innovazione e no agli aiuti di stato».
Per le Pmi le novità più rilevanti arriveranno entro la fine dell’anno, con la revisione dello Small Business Act. Dopo il primo atto segnato con la comunicazione del 2008 (attuata dall’Italia con la direttiva del 4 maggio scorso) che puntava alla creazione di un contesto favorevole per “pensare prima in piccolo” la Commissione Ue promuoverà azioni di sostenibilità, come l’accesso agli ecomercati e all’ecoinnovazione, oltre alla cooperazione tra imprese e all’internazionalizzazione.
Sempre entro la fine del 2010 arriverà una Comunicazione della Commissione sull’approvvigionamento delle materie prime. «Un accesso sicuro, a prezzi accettabili, affidabile e senza distorsioni – sottolinea il testo sulla nuova politica industriale – è fondamentale per la competitività internazionale». La nuova strategia punterà a «garantire condizioni di parità tra gli operatori per l’accesso alle risorse primarie provenienti da fonti situate sul territorio dell’Unione, a promuovere l’accesso sostenibile e a ridurre il consumo di materie prime primarie, stimolando un impiego efficiente delle risorse e promuovendone il riciclo». E dopo la prima apertura della Russia a inserire le materie prime tra i 14 tavoli di dialogo del partenariato con la Ue (si veda il Sole 24 Ore del 23 ottobre scorso), Bruxelles cerca anche un’altra sponda. «Nel piano d’azione Africa-Ue che verrà firmato a Tripoli prima della fine dell’anno – sottolinea Tajani – un capitolo verrà dedicato alle materie prime: ci sarà una valutazione del fabbisogno europeo e delle potenzialità africane e si porranno le basi per accordi tecnici e collaborazioni sulle reti di infrastrutture vicine ai giacimenti»

Per tutte, grandi o piccole imprese che siano, dal 2011 cambierà, invece, la lente di valutazione delle misure già adottate e in preparazione. Una normativa «intelligente», come la definisce il documento della Ue. «Sarà una sorta di stress test annuale per passare ai raggi X i provvedimenti e valutare il suo impatto strategico sulla competitività, ma anche sui risultati ottenuti dai 27 Paesi, settore per settore», spiega Tajani. Così sarà possibile comprendere se il quadro normativo applicabile a un settore di intervento è adeguato ai suoi obiettivi. I test, sottolinea la Commissione Ue, «serviranno così anche a individuare i doppioni e le incoerenze e a rendere più agile e trasparente il processo decisionale».
Il rilancio delle imprese europee passa anche attraverso migliori condizioni per reperire finanziamenti. Dallo scorso maggio la Ue ha creato il Forum europeo sull’accesso al credito delle Pmi. Una tribuna di alto livello per il dialogo tra istituzioni finanziarie europee e imprese, che si riunisce ogni quattro mesi. Una boccato di ossigeno è arrivata dalla Bei (Banca europea per gli investimenti), che ha messo sul piatto 30 miliardi per aiutare le Pmi a uscire dalla crisi. «E oggi – chiarisce Tajani – la Commissione Ue sta valutando le soluzioni per facilitare l’erogazione di questi fondi».
In un’orizzonte di più lungo termine, Bruxelles esaminerà se gli strumenti finanziari europei nel prossimo periodo di programmazione che partirà nel 2013 possono essere riorientati per superare le carenze del mercato sul fronte dei finanziamenti alle imprese e all’innovazione.
Dal 2011 Bruxelles esaminerà la normativa attuale alla luce del suo impatto sulla competitività.
Dal 2011 verrà effettuato uno screening per snellire la stratificazione normativa ed eliminare i doppioni.
La creazione e la crescita delle Pmi viene supportata agevolando l’accesso al credito e promuovendo l’internazionalizzazione.
All’inizio del 2011 la Commissione Ue presenterà una strategia per rafforzare l’armonizzazione delle norme e migliorare la convergenza.
Annunciate misure concrete per rafforzare la concorrenza, l’efficienza dei servizi e delle infrastrutture.
In arrivo entro il 2010 una nuova strategia sull’accesso sostenibile alle materie prime.
La nuova politica industriale deve conseguire l’eccellenza nell’innovazione.
In arrivo un’iniziativa per favorire un’economia a bassa emissione di Co2.
Lancio di una politica spaziale, in collaborazione con l’Agenzia spaziale Ue e i 27 paesi.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/