Credito: si conferma la solidità delle famiglie italiane

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Nonostante la fase di debolezza del ciclo economico , i mutuatari sono solidi di fronte alla crisi e mantengono un basso livello di rischio default. È la fotografia del terzo numero del “Rapporto sulla situazione finanziaria delle famiglie italiane”.
Le famiglie italiane, nonostante la fase di debolezza del ciclo economico, confermano una positiva capacità di tenuta sul fronte finanziario. Ecco in sintesi la fotografia contenuta nel terzo numero del “Report trimestrale – indicatori di indebitamento, vulnerabilità e patologia finanziaria delle famiglie italiane”, realizzato da ABI in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il Report rappresenta un nuovo strumento di monitoraggio trimestrale, che consentirà di tenere sotto osservazione l’indebitamento delle famiglie in un contesto congiunturale non favorevole a seguito dello shock macroeconomico del 2008 – 2009. Le analisi hanno passato in rassegna un ampio set di indicatori in grado di segnalare lo stato delle condizioni finanziarie delle famiglie quali: indicatori di indebitamento, vulnerabilità, patologia finanziaria, domanda e offerta di credito. Il Report di dicembre 2010 evidenzia come i finanziamenti per la casa continuino a crescere in quanto favoriti, da un lato, dall’effetto di calmieramento dei prezzi degli immobili a seguito della crisi e, dall’altro, dal basso livello dei tassi d’interesse. A giugno 2010 i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 4,7% (+9,5% a giugno del 2009). I dati più recenti relativi a ottobre 2010 segnalano una crescita dell’8,3%. Nonostante questo incremento, il livello di indebitamento delle famiglie rimane contenuto, anche rispetto al confronto internazionale, grazie al basso livello dei tassi d’interesse. Il rapporto tra rata media sui mutui casa e reddito, pur se in crescita, si è mantenuto su livelli contenuti. Infatti, a giugno 2010, secondo i dati disponibili più recenti, il complesso delle rate assorbiva il 5,2% del reddito di tutte le famiglie italiane, incidenza di un punto più alta rispetto a un anno prima ma inferiore di oltre 2 punti percentuali rispetto alla metà del 2008. Inoltre, l’incidenza delle sofferenze del “debitore famiglia” si contiene complessivamente all’1,5% del totale erogato e il suo incremento risulta pari alla metà di quello verificatosi durante la recessione del 1992-1993. La maggiore solidità delle famiglie italiane è anche il risultato dell’attenta politica di erogazione dei mutui da parte dell’industria bancaria. L’incidenza del mutuo rispetto al valore dell’immobile in Italia è pari al 65%, mentre nella media dell’area euro è del 79% (Germania 70%, Irlanda 83%, Spagna 72,5%, Francia 91%, Olanda 101%). Tra gli indicatori di vulnerabilità è stato preso in considerazione l’indice di accessibilità all’abitazione. Tale indice – costruito dall’Ufficio Analisi Economiche dell’ABI sulla base di prassi metodologiche internazionali e stime su dati dell’Agenzia del Territorio, dell’Istat e della Banca d’Italia – permette di misurare la possibilità di acquisto della casa da parte della famiglia media, dato l’apporto del credito bancario, dei livelli di reddito e dell’andamento del mercato immobiliare. L’indice dei accessibilità è da circa due anni in progressivo miglioramento, a testimonianza di una maggiore possibilità di acquistare una casa grazie all’accensione di un mutuo. L’indice di affordability infatti mostra che a giugno la rata che la famiglia media deve pagare per comprare la propria casa, nel caso di mutuo a tasso fisso, è pari al 24,5% del proprio reddito disponibile. La casa rimane accessibile per la famiglia media grazie soprattutto al basso livello dei tassi.