Previsioni: ABI, ripresa economica lenta, banche italiane solide

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Crescita dell’economia in lento recupero, aumentano i rischi legati alle crisi dei debiti sovrani, le banche italiane si confermano solide e a supporto di famiglie e imprese (a ottobre impieghi +3,4%). E’ quanto emerge dal Rapporto di previsione AFO sul triennio 2010-2012 diffuso dall’ABI.
Complessiva debolezza del quadro economico-finanziario, ripresa modesta e minata dalle difficoltà e dalle incertezze dei mercati provocate dai crescenti problemi di sostenibilità del debito pubblico che riguardano i Paesi a rischio default. Questa la fotografia del quadro congiunturale dell’Area Euro riportata nel Rapporto di Previsione AFO-Financial Outlook 2010-2012 diffuso dall’ABI. Resta incerta la prospettiva di un rafforzamento della crescita nel medio periodo in una fase, come quella attuale, ancora caratterizzata da forti turbolenze. Secondo le stime dell’Ufficio Studi ABI e delle maggiori banche italiane le recenti incertezze congiunturali limiteranno la crescita economica del Paese per l’anno appena chiuso all’1%, nel corso del 2011 le difficoltà internazionali potrebbero far segnare un +0,9% per toccare un tasso di sviluppo dell’1,3% nel 2012. Le imprese bancarie italiane continuano a scontare gli effetti della difficile congiuntura sui conti economici, pur riuscendo a garantire un adeguato flusso di credito a imprese e famiglie. Nel complesso, gli utili netti registreranno una lieve ripresa pari a 5,5 miliardi di euro nel biennio 2011-2012, non in grado di modificare significativamente gli indici di redditività riferiti ai livelli raggiunti nel 2009-2010. Il Roe dovrebbe raggiungere nel 2012 un livello del 3,3%, valore ancora inferiore a quelli pre-crisi. Le sofferenze determinate dal ciclo economico evidenziano un quadro di rischiosità sostanzialmente più attenuato: dopo una crescita di oltre il 20% nel 2010, è previsto un ulteriore incremento del 10% nel 2011 e una sostanziale stabilizzazione nel 2012 (-1,7%).

Le previsioni per l’area Euro e l’Italia
Per il complesso dell’Area euro, dopo la crescita all’1,6% per il 2010, le incertezze interne e internazionali fanno segnare una battuta di arresto all’1,3% per il 2011, e un recupero nel 2012 (1,5%). Risente del contesto europeo anche l’economia italiana che segna una crescita dell’1,0% per l’anno appena finito, con un lieve calo per il 2011 (+0,9) per registrare uno sviluppo dell’1,3% nel 2012. Fino a tutto il 2011 è previsto un peggioramento dei principali indicatori legati al mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione si attesterà all’8,5% della forza lavoro, è visto in leggero calo nel 2012 all’8%. In Italia il tasso d’inflazione dovrebbe stabilizzarsi all’1,5% nel biennio 2010-2011, con un lieve incremento nel 2012.

La finanza pubblica
In base alle valutazioni AFO i risultati di finanza pubblica dovrebbero confermare una discreta tenuta e dopo le correzioni varate con la recente manovra di bilancio, il rapporto deficit/Pil dovrebbe andare verso il 3% nel 2012. In un contesto di permanente gap tra il costo medio del debito ed il tasso di crescita dell’economia, fino al 2012 non si interrompe l’ascesa del rapporto debito/Pil, che si collocherebbe al 119,1% nel 2010, al 120,2 nel 2011 e scenderebbe solo marginalmente a fine periodo (119,4%).

L’industria bancaria italiana: andamenti congiunturali
A fronte di un difficile quadro, sia interno che esterno, il settore bancario italiano ha lavorato a fianco di famiglie e imprese assicurando un adeguato flusso di credito a supporto dell’economia che, dopo i rallentamenti dei mesi scorsi, sta ora assumendo un trend crescente. A ottobre (ultimo dato disponibile) il credito al settore privato non finanziario cresceva ad un tasso annuo del 4,6%, mentre il credito a famiglie e imprese cresceva ad un tasso annuo del 3,4% in forte accelerazione rispetto all’anno precedente. Le imprese bancarie italiane sono impegnate anche sul fronte del rafforzamento patrimoniale che registrerà un incremento per tutto il triennio di previsione: con un tasso di crescita medio annuo dell’11%.

Impieghi
Gli impieghi al settore non finanziario dovrebbero crescere nel 2010 a un tasso del 2,2%, simile a quello del 2009, per poi crescere poco meno del 5% nel biennio 2011-2012. In particolare, presenta variazioni positive e in accelerazione il flusso di prestiti alle imprese: da una riduzione annua del 2,3% nel 2009 a tassi di espansione del 4,9% nel 2012; il credito alle famiglie, consumatrici e produttrici, dopo il lieve rallentamento atteso per il 2010 dovrebbe crescere invece tra il 6-7% nel prossimo biennio mostrando una tendenza al consolidamento. I depositi, per il 2010, dovrebbero registrare livelli poco superiori al 4%. In particolare le obbligazioni, soprattutto nel successivo biennio, dovrebbero tornare a crescere a ritmi medi del 6,5%. L’attività di raccolta presenta un significativo rallentamento, soprattutto nel breve termine: a ottobre il complesso della raccolta cresceva ad un tasso del 4,9%, valore inferiore di quasi due punti rispetto all’anno precedente.

Sofferenze
Con riguardo alla qualità del credito il ciclo economico attuale determina un ulteriore incremento del 10% delle sofferenze bancarie per il 2011 (dopo la crescita di oltre il 20% nell’anno in corso) per poi attenuarsi nel 2012 stabilizzandosi al -1.7%. In rapporto agli impieghi del settore non finanziario, l’incidenza delle sofferenze passerà dall’1,9% del 2009 al 2,4% del 2011 per diminuire al 2,3% nel 2012.

Utile netto
Dopo una riduzione del 29% nel 2009, l’utile netto delle banche potrà segnare una lieve ripresa pari a 5,5 miliardi di euro nel biennio 2011-2012, incremento non in grado di modificare la redditività delle banche dai livelli raggiunti nel biennio 2009-2010.

Roe, margini e costi
In un tale contesto, il Return on Equity (Roe) raggiungerà nel 2012 un livello del 3,3%, valore inferiore ai livelli pre-crisi, mentre il livello dei profitti dovrebbe risultare pari quasi alla metà dei profitti generati nel corso del 2007. Il Rapporto rileva una significativa contrazione del margine di interesse (-3,4%) nel 2010 e una ripresa nel biennio 2011-12. Per il margine di intermediazione è previsto, dopo un calo dello 0,3% per il 2010, un aumento medio annuo del 2,8% nel biennio 2011-12 (ritmo coerente con la debole fase congiunturale) pari ad un apporto di risorse reddituali per 4,5 miliardi di euro. ic