Stefania Sandrelli, Valentino, Elisabetta Gregoracci, Bulgari. Sono solo alcuni dei nomi spuntati fuori dalla “lista Falciani”. 5.595 cittadini e 133 società italiane, al 31 dicembre del 2006, di depositi occultati al Fisco per 5 miliardi e mezzo di euro, accesi nella filiale ginevrina del colosso del credito “Hsbc”. I documenti ottenuti dalla procura della Repubblica di Roma sarebbero scaturiti dalla lista sottratta all’Istituto Hsbc da Hervé Falciani, ex dipendente. Ora gli indagati dovranno rispondere al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Paolo Ielo di omesse o incomplete dichiarazioni dei redditi salvo verificare un “legittimo” rientro di questo denaro attraverso lo scudo fiscale.
E’ il caso di Stefania Sandrelli che proprio in Svizzera aveva trasferito parte dei suoi beni per poi usufruire dello scudo fiscale. Coinvolta anche la figlia Amanda nella veste di beneficiaria del deposito della madre. Tra gli indagati anche nomi già noti al fisco come il famoso stilista Valentino seguito a ruota da Renato Balestra. Entrambi avrebbero depositato capitali presso la banca inglese. Nell’elenco c’è anche Pino Lancetti, il famoso sarto umbro morto nel 2007, che viene inserito insieme alla sorella Edda. E poi le due società che fanno capo a Gianni Bulgari, maestro di gioielleria con la sua “Gianni Bulgari srl” e la “Bulgari International”. Gli inquirenti ritengono che anche Pietro Hausmann sia uno dei componenti della famosa gioielleria di Roma. Il Bolaffi che spicca nella lista dovrebbe appartenere alla dinastia nota per la numismatica mentre Sandro Ferrone è certamente lo stilista noto per i negozi sparsi in tutta la città che hanno come testimonial l’attrice Manuela Arcuri. Ma nella lista compaiono anche nomi di imprenditori a manager di grandi società come nel caso di Telespazio, appartentente a Finmeccanica e di Camilla Crociani, moglie di Carlo di Borbone e figlia di Camillo, che del colosso specializzato in armamenti e sistemi di difesa è stato presidente per diciotto anni prima di essere coinvolto nello scandalo Lockheed. L’elenco prosegue con il presidente dalla Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi, il commercialista Carlo Mazzieri e Mario Salabè, l’ingegnere coinvolto negli anni 90 nelle indagini sui finanziamenti al Pci-Pds con la sua società “Sapri Broker”, fratello dell’architetto Adolfo Salabè che invece fu accusato di peculato nell’inchiesta sui «fondi neri» del Sisde quando al Viminale c’era Oscar Luigi Scalfaro del quale Salabè era amico attraverso la figlia Marianna.