120 Procure al lavoro, un migliaio di nominativi solo a Roma e un’evasione che tocca i 5 miliardi di euro. Sono questi i numeri emersi dal caso “lista Falciani” che ha praticamente messo sotto il mirino del fisco messa Italia (quella degli imprenditori, vip e benestanti): da Milano a Livorno e Pisa, da Trieste a Genova, da Roma a Vibo Valentia. E proprio a Roma si stimano oltre 500 milioni di euro che il popolo della Capitale avrebbe trasferito nelle casse della filiale svizzera della Hsbc. Un somma che corrisponderebbe solo ad un terzo dei romani messi sotto inchesta e che potrebbe lievitare ulteriormente ad indagini concluse, portando Roma al primo posto nella lista per livelli di evasione fiscale. Anche Milano fa la sua parte: nella capitale lombarda, infatti, e’ stata trasmessa una lista comprendente circa 2.100 nomi, in prevalenza persone fisiche, ora al vaglio della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo. La lista comprende persone e qualche societa’ di Milano, Monza e Brianza. Segue la Liguria: una lista con 125 nomi di presunti evasori è arrivata sui tavoli della procura. In particolare, 115 risulterebbero residenti a Genova, mentre 10 nelle altre tre province ligure. “Non è una lista corposa” quella rilevata nella zona triestina, come affermato dallo stesso procuratore capo Michele Dalla Costa mentre solo due sarebbero gli imprenditori “beccati” dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Intanto iniziano le prime reazioni alle accuse: Pietro Hausmann, 29 anni, nipote del fondatore della piĂą famosa casa di orologi di Roma ha rassicurato gli amici su Facebook: “è un errore, una banale omonimia. Mi hanno visto fare la fila alla filiale svizzera della Hsbc, con Elisabetta Gregoraci. E alla fine mi ha pure invitato a cena…”. Tranquillo, inceve, Renato Balestra che dichiara: “Non è che io mi occupi di tutte le questioni finanziarie…comunque sono assolutamente a posto, da un pezzo ho fatto rientrate tutto”. Prima minaccia querele e poi decide di spiegarsi Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma che racconta come i suoi rapporti con l’istituto svizzero risalga “agli inizi dell’anno 2000 quando, allo scopo di costruire un centro benessere di primo livello adiacente al Grand Hotel du Golf nella nota localitĂ elvetica di Crans Montana, fu costituita una societĂ di diritto svizzero denominata S& B International sa, controllata da societĂ italiana e governata da un cda nel quale ricoprivo la carica di presidente con conseguenti poteri di firma. Ogni trasferimento di denaro a favore della societĂ svizzera per far fronte all’investimento programmato è stato sempre effettuato tramite regolari bonifici bancari…trovo del tutto fuori luogo sentire parlare di conto segreto”. No comment per Sandro Ferrone, Elisabetta Gregoracci, Edda Lancetti, Francesco D’Ovidio Lefevre.