Cibo avariato, abrogata legge che ne riconosce i reati

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Altro che Ministero delle Semplificazioni: quello assegnato a Calderoli appare sempre più come il Ministero delle Impunità.
Ed infatti dopo la complicata vicenda della possibile abrogazione dei tribunali minorili con uno degli ultimi provvedimenti “taglia leggi” entrati in vigore ed annunciata qualche giorno fa dal capogruppo alla camera di Italia dei Valori, Donadi, un’altra questione è stata portata all’attenzione dei media e segnalata dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello al ministro della salute Ferruccio Fazio, che riguarda la soppressione dei reati connessi con la messa in commercio e vendita di “cibi avariati”.
Questa volta, invero, la mannaia voluta dall’esponente con la legge numero 246 del 28 novembre 2005 che sancisce la cancellazione di tutte le disposizioni legislative anteriori all’ 1 gennaio 1970, tranne quelle ritenute indispensabili alla permanenza in vigore, espressamente elencate dalla legge stessa, si è abbattuta anche sulla legge 283 del 1962 sulla tutela degli alimenti che non appare nell’elenco delle leggi salvate.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ritiene sconcertante quest’ennesima gaffe che non si sa se dovuta ad un implicita volontà politica di abrogare reati gravi – che riguardano in primo luogo la tutela della salute pubblica e la protezione dei prodotti nostrani – che già nel 2007 erano stati oggetto di un tentativo di penalizzazione subito stoppato dalle ovvie e conseguenti polemiche.
Pertanto, ritiene assolutamente necessario un intervento legislativo che ripristini immediatamente le norme abrogate con il ristabilimento di tutti i reati contemplati anche se siamo costretti purtroppo a rilevare che nel frattempo l’intervento della magistratura e dei Nas subirà una brutta battuta d’arresto ed i colpevoli di fatti che solo sino a qualche giorno fa oltre ad essere considerati di notevole impatto sociale erano ritenuti penalmente rilevanti, resteranno impuniti.