Rimodulare il carico fiscale spostando il peso delle imposte da quelle sui redditi all’Iva. Piu’ tasse sui consumi e meno sui redditi e’ dunque, in estrema sintesi, la ‘ricetta’ che il presidente di Assonime, Luigi Abete, ha proposto durante il suo intervento al convegno ”La manutenzione del sistema fiscale in attesa della sua riforma”, organizzato con cadenza annuale in Assolombarda. Il presupposto da tenere presente, chiarisce il numero uno dell’associazione italiana delle societa’ per azioni, e’ che ”in un Paese come il nostro, ad elevata evasione dell’imposta sul reddito, l’Iva ha almeno il merito di colpire efficacemente chi piu’ consuma”. Sull’efficacia della sua proposta, Abete non ha dubbi: ”Uno spostamento dei carichi tributari verso le imposte indirette avrebbe effetti positivi sulla convenienza a lavorare e investire” soprattutto perche’ ”agirebbe nei fatti come una sorta di svalutazione, migliorando le ragioni di scambio delle nostre esportazioni”. Ovviamente, l’effetto di una riforma in questo senso sarebbe quello di provocare uno ‘scalino’ sui prezzi dei beni di consumo, ”ma in un sistema di prezzi e salari non piu’ indicizzati, come il nostro – puntualizza il presidente di Assonime a questo proposito – nessun effetto per l’inflazione”. Quanto, poi, al rischio di flessione che l’aumento dell’Iva potrebbe avere sull’andamento dei consumi, per Abete questo ”sarebbe compensato dall’aumento del reddito disponibile”.
Il presidente di Assonime non ha mancato di supportare la propria proposta con tutta una serie di cifre utili soprattutto per capire che questa e’ la strada percorsa dai maggiori Paesi europei: ”L’Italia mostra un’incidenza delle imposte dirette sul Pil superiore al 35%, rispetto a una media dell’area euro del 32,5%, mentre l’incidenza delle imposte indirette e’ pari al 34,6% contro una media dell’area euro del 37,1%”. Per allinearci alla media europea occorre dunque procedere in direzione di un riequilibrio tra imposte dirette e imposte indirette, stimato da Abete ”intorno ai 2,5 punti percentuali del Pil”.
Fonte: Asca