“Crescono a dismisura i poveri possidenti e i ricchi nullatenenti che vivono spendendo migliaia di euro e non hanno ”nulla da dichiarare” al fisco. Il 44% dei contratti di locazione delle ville e abitazioni di lusso di Cortina, Madonna di Campiglio, Sestriere, Courmayer, Bormio, Aprica, Passo del Tonale, Selva di Val Gardena, Corvara, Abetone e Roccaraso sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse.” Questo è quanto emerge da nuova inchiesta condotta da KRLS Network of Business Ethics per conto del magazine “Contribuenti.it” dell’Associazione Contribuenti Italiani.
Sono i poveracci, dalle dichiarazioni dei redditi irrisorie, presumibilmente prestanome di imprenditori e professionisti che in questo modo eludono il fisco o, peggio ancora, fanno affari d’oro con la malavita organizzata, gli affittuari, molto spesso a nero, delle più belle ville di lusso in Italia.
Secondo i dati dell’Associazione Contribuenti Italiani che saranno prossimamente pubblicati sul magazine “Contribuenti.it”, nel 2010 oltre la metà degli italiani ha dichiarato meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo l’1% ha dichiarato oltre 100 mila euro, lo 0,2% più di 200mila euro e solo 17 mila persone ha dichiarato un reddito di oltre 300 euro all’anno.
Una fotografia che strida con i dati relativi agli affitti delle ville di lusso. La spesa è cresciuta in Italia nel 2010 del 4,2%. I “ricchi nullatenenti e i poveri possidenti” anche quest’anno hanno destineranno buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i cosiddetti “passion investiments” come auto di grossa cilindrata (240.000 fuoriserie e suv), yachts, gioielli e oggetti d’arte, nonostante la strategia della tensione messa in atto dall’amministrazione finanziaria.
”Gli accertamenti fiscali da soli non servono per combattere l’evasione fiscale – – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – In Italia negli ultimi 5 anni è crollata la fedeltà fiscale di oltre 16 punti. I soldi riscossi con gli accertamenti non coprono neanche il 50% di quelli persi con la Tax Compliance”.