Energia: in decreto rinnovabili servono misure anti-speculazione e per contenere costi

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Per promuovere con efficacia le fonti rinnovabili e raggiungere gli obiettivi europei senza pesare eccessivamente sulle bollette, servono regole certe, misure anti-speculazione e meccanismi di mercato. E’ quanto afferma l’Autorità per l’energia in una Segnalazione a Parlamento e Governo sullo schema di d.lgs. per recepire la Direttiva europea (2009/28/CE) sulle rinnovabili. Il provvedimento, a giudizio del Regolatore, contiene aspetti positivi e condivisibili ma appaiono opportuni alcuni correttivi per evitare il rischio di ulteriori oneri in bolletta; oneri che nel 2010 hanno pesato per oltre 3 miliardi di euro sui consumatori. In particolare, sarebbe opportuno limitare drasticamente il rinvio a futuri decreti attuativi per garantire agli operatori norme e tempi certi per gli investimenti; dovrebbero preferirsi strumenti di mercato, evitando l’eccessivo ricorso a meno efficienti incentivi amministrati; andrebbero eliminate alcune criticità e sovrapposizioni nella ripartizione dei compiti istituzionali di attuazione. Nella Segnalazione si evidenzia pure la necessità di introdurre precisi poteri di intervento anti-speculazione, per arginare l’oneroso proliferare di richieste, di connessione alla rete, avanzate a fini puramente opportunistici; ciò prevedendo anche un unico procedimento autorizzativo per gli impianti di produzione e i necessari allacciamenti.
Appare inoltre indispensabile salvaguardare, senza snaturarlo, l’attuale meccanismo dei certificati bianchi che, per il risparmio energetico, ha già prodotto risultati superiori agli obiettivi. Il pacchetto di modifiche proposto dall’Autorità vuol contribuire positivamente alla promozione efficace ed efficiente delle rinnovabili, che rappresentano un’opportunità di diversificazione energetica, di protezione ambientale, di ricerca ed innovazione, di sviluppo industriale e occupazione.
La Segnalazione è disponibile sul sito www.autorita.energia.it.

La Segnalazione in sintesi
L’Autorità ritiene necessario che lo schema di decreto già espliciti alcuni dei criteri e delle regole che vengono invece rinviati a futuri provvedimenti, in modo da garantire fin da subito un quadro normativo certo e una quantificazione dei futuri oneri a carico dei consumatori. Infatti, affidare l’implementazione di una parte significativa delle misure previste dal dlgs a numerosi decreti governativi di carattere regolamentare, comporta una complessa e lunga procedura di emanazione con conseguenti incertezze per gli investitori e ritardi nella predisposizione dei progetti o nella successiva realizzazione degli impianti, con il rischio di ritardi anche nel raggiungimento degli obiettivi europei al 2020. Per evitare questi ritardi e favorire il pieno raggiungimento dei traguardi previsti, sembra necessario potenziare ed ampliare il ruolo degli strumenti di mercato (ad esempio aste per tutte le tipologie di fonti), evitando di ingessare il sistema e ottimizzando gli investimenti. Infatti, un maggior utilizzo di strumenti di mercato invece del previsto ampio utilizzo di meccanismi amministrati da definirsi con futuri decreti ministeriali, consentirebbe di limitare i già elevati e crescenti costi in bolletta.
L’Autorità sottolinea nuovamente anche l’urgenza di rendere più equa l’incidenza degli oneri per gli incentivi alle rinnovabili, che oggi gravano ancora sulle bollette elettriche in proporzione ai consumi, quindi senza alcuna correlazione al reddito o alla numerosità dei nuclei familiari; da qui la reiterata proposta del Regolatore di spostare almeno una parte di tali oneri sulla fiscalità generale. In alternativa, se si volessero mantenere gli incentivi alle rinnovabili a carico delle sole bollette, l’Autorità propone che il dlgs preveda che Governo e Parlamento stabiliscano ovviamente politica ed obiettivi di sviluppo per ciascuna tipologia di rinnovabili, lasciando al Regolatore il compito di raggiungere gli stessi obiettivi al minor costo possibile.
La Segnalazione evidenzia pure criticità circa alcune nuove norme che rischiano di produrre un indebolimento, invece che un potenziamento, del sistema dedicato alla promozione dell’efficienza energetica. In particolare, la forte riduzione dell’ambito di applicazione del meccanismo dei titoli di efficienza energetica (TEE) o certificati bianchi ridurrebbe la sua capacità di conseguire risparmi energetici al costo minimo per il Paese, capacità che lo contraddistingue da ogni altro meccanismo di incentivazione. Infine, viene proposto di modificare il provvedimento nella parte in cui prevede la moltiplicazione del numero di Istituzioni coinvolte nell’emanazione dei provvedimenti attuativi e nella gestione dei diversi aspetti operativi, invece che prevedere responsabilità unificate per garantire la coerenza e la funzionalità complessiva del sistema.