Mutui a tasso fisso: chiarimenti su obiettivi e risultati dell`analisi Ance

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Con riferimento agli articoli di stampa pubblicati all`inizio di gennaio in merito allo studio Ance su “Il mercato del credito nel settore delle costruzioni“ e delle osservazioni espresse dall`Abi, si ritiene opportuno ribadire che l`analisi dell`Ance ha voluto fotografare una situazione reale, che potrebbe rappresentare un problema per la futura stabilita` del mercato del credito, con effetti negativi per le famiglie, per le imprese e per le stesse banche.
Il Centro Studi dell`Ance analizza, con particolare attenzione, da alcuni anni il flusso di nuovi mutui che le banche erogano a favore delle imprese e delle famiglie e l`andamento dei tassi d`interesse applicati. Per svolgere questa analisi si utilizzano i dati sui flussi di nuove erogazioni di mutui della Banca d`Italia e le rilevazioni che la Banca Centrale Europea effettua sui tassi d`interesse a livello continentale. Anche nello scorso mese di novembre, l`Osservatorio Congiunturale sull`Industria delle costruzioni si e` occupato di credito in un apposito capitolo, i cui risultati sono stati in parte spontaneamente ripresi nei giorni scorsi dalla stampa dal momento che lo studio e` disponibile sul sito internet dell`Ance.
Nell`approfondire gli aspetti legati al credito, l`Ance ha ritenuto opportuno concentrare l`attenzione sui mutui a tasso fisso perche`, da recenti analisi, le famiglie italiane dimostrano una spiccata preferenza per questo tipo di contratto, che permette la copertura dalle eventuali fluttuazioni dei tassi d`interesse.
I dati sui mutui a tasso fisso che il Centro Studi dell`Ance ha elaborato provengono dalla BCE e mostrano una situazione in cui il gap tra il nostro Paese e l`Area Euro esiste ed e` crescente: se a settembre 2010 il differenziale a nostro sfavore era dello 0,36% solo due mesi dopo, a novembre 2010, tale gap era di nuovo aumentato, arrivando allo 0,49%. Ripetendo oggi l`elaborazione contenuta nello studio in oggetto, in termini monetari la differenza e` ritornata ad essere superiore ai 12.000 euro in base ai dati BCE di novembre 2010 (erano 9.000 euro a settembre scorso). Sull`esistenza di questo gap si e` soffermata anche la Banca d`Italia in occasione dell`ultima relazione annuale. Un differenziale di queste proporzioni rende meno competitivo questo segmento di mercato, aumentando le difficolta` di acquisto di abitazioni da parte delle famiglie. Diversa e` la situazione per i tassi variabili “puri“, segmento di mercato in cui i tassi applicati dalle banche italiane sono piu` bassi di quelli stranieri.

Fonte: Ance