Federalismo: modifiche per la tassa di soggiorno, ma i tempi sono stretti

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Intesa Brambilla-Calderoli per l’introduzione di “specifiche misure di sostegno alle strutture ricettive” e il coinvolgimento delle associazioni nel processo di attuazione. Domani ultimo esame della Commissione bicamerale.

E’ la tassa sul soggiorno, e più in generale un possibile aumento delle imposte, a far rialzare i toni del dibattito sul federalismo. Venerdì scorso il ministro del Turismo, Michele Brambilla, ha annunciato un’intesa con il collega alla Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, per l’introduzione nel provvedimento di ”specifiche misure di sostegno alle strutture ricettive” a fronte dell’introduzione della nuova ”tassa di scopo”. Si tratta di esenzioni ed agevolazioni, che si dovrebbero accompagnare alla destinazione degli introiti della tassa unicamente per investimenti per finalità turistiche e di valorizzazione del patrimonio artistico ed ambientale ed i relativi servizi.
Le modifiche saranno inviate al relatore della Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale perché siano recepite nel parere che verrà formulato. Altra importante novità rispetto alle precedenti formulazioni, voluta dal ministro Brambilla è volta a riconoscere il ruolo delle imprese e delle associazioni di categoria nel determinare i criteri di attuazione del provvedimento: le associazioni del turismo saranno coinvolte in sede di emanazione dei regolamenti di attuazione di questa tassa di scopo sia a livello nazionale, sia in particolare a livello comunale. I Comuni che intenderanno istituire la tassa di soggiorno dovranno discutere con la rappresentanza degli imprenditori delle strutture ricettive della loro città le modalità relative alla sua applicazione ed agli interventi da finanziare con i relativi proventi. Sempre sul fronte delle tasse, il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, è tornato a giurare che non ci sarà alcun aumento dell’imposizione, perche’ altrimenti ”la gente ci rincorrerà con il forcone”. Secondo il ministro,
quello che sta per approdare in Parlamento ”non è un vero e proprio federalismo, ma almeno è una correzione dello scandalo di una spesa pubblica che premia le cicale e punisce le formiche”.
Con queste tensioni, il provvedimento sul federalismo municipale affronta domani quello che dovrebbe essere l’ultimo esame della commissione bicamerale, per poi giungere al giudizio definitivo il giovedì successivo. Ma per la chiusura dell’intero iter il processo è ancora lungo e i tempi iniziano a diventare stretti. Dopo questo, per attuare l’intera delega, restano infatti da approvare ancora diversi decreti attuativi, che rischiano di trasformarsi anch’essi in estenuanti tira e
molla, e la scadenza per l’esame di tutto il pacchetto federalismo è attesa per maggio. Solo tre mesi di tempo, dunque, per definire il federalismo nella sua completezza. Un periodo di tempo eccessivamente limitato per molti, a partire dalla Lega Nord che si è detta disponibile a valutare una
proroga di tre mesi per la delega sul federalismo fiscale, che scade appunto il 21 maggio prossimo. E già sull’argomento era intervenuto Fli, chiedendo una proroga di sei mesi.
Resta comunque il secco ‘no’ del Pd e del terzo polo che, anche sul nuovo testo presentato dal ministro della Semplificazione hanno più volte espresso la propria contrarietà.

Fonte: Confcommercio