Venti voci si uniscono per chiedere ai leader di mostrare il medesimo coraggio e lungimiranza dei creatori del mercato unico europeo, e concordare il 4 febbraio lo stesso destino anche per il comparto elettrico entro il 2015
“In venticinque anni l’Europa è cambiata molto ma quando adotterà un unico marcato dell’energia elettrica?”. Con questa domanda si apre la dichiarazione congiunta che alcuni dei protagonisti del panorama energetico, venti voci fra imprese di produzione e associazioni di settore, hanno rivolto ai capi di stato europei alla vigilia dell’atteso vertice in materia di energia. Una dichiarazione che è al tempo stesso un appello a trovare la determinazione necessaria a compiere quel passo più verso un futuro energetico sicuro e condiviso entro il 2015, ripercorrendo i passi che il 17 febbraio 1986 sono stati compiuti per istituire la Comunità economica europea.
“Un’Europa senza un proprio mercato unico è impensabile. Ha incrementato il commercio, la concorrenza e la prosperità, creato milioni di nuovi posti di lavoro, ampliato la scelta dei consumatori facendo crescere le imprese”, si legge nella dichiarazione. “Ma 25 anni dopo la firma dell’Atto unico europeo non esiste ancora un mercato unico dell’energia elettrica.
La legislazione europea ha garantito alcune scelte del fornitore, ma solo il 5% dell’elettricità in Europa si basa su scambi internazionali. Di conseguenza, la concorrenza è inefficace e consente ai fornitori di energia elettrica di passare qualsiasi aumento nei prezzi di gas o carbone, che finisce diritto sul consumatore senza il rischio di risentirne sui suoi affari. Questo non è accettabile”.
Acciona, Enercon, Enel Green Power, EON Climate & Renewables, GE Energy, Vattenfall e Vestas, ma anche associazioni come EPIA, EWEA, il Consiglio europeo dell’energia geotermica, Ebiom e altre voci importati del comparto ricordano ancora una volta i benefici che un mercato unico dell’elettricità comporterebbe a partire da un aumento della concorrenza determinando, a lungo termine, una riduzione del prezzo dell’energia elettrica e un miglioramento della sicurezza degli approvvigionamenti (e un ridotto rischio di black-out).
A ciò si sommano tutti i vantaggi ottenibili da una diffusione sempre maggiore della produzione energetica rinnovabile e l’opportunità di incrementare gli scambi di energia elettrica indipendentemente dalla fonte.
In tal senso l’Unione necessita ora sia di efficienti infrastrutture sia di regole di mercato condivise. Un sistema interconnesso di strade, ferrovie, rotte navali e aerei in tutto il continente è un prerequisito per il mantenimento in Europa delle quattro libertà, sancite dall’Atto unico: la libera circolazione di beni, servizi, capitali e manodopera. “L’Europa ha bisogno di una quinta libertà, la libera circolazione dell’energia elettrica attraverso le frontiere”.
Fonte: Rinnovabili.it