Evasione record in continua ascesa in Italia. L’Italia è il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 54,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato, e il record tocca a Napoli (66%) e alla Campania (64%) dove 2 commercianti su 3 non hanno rilasciato lo scontrino fiscale ai contribuenti italiani.
Lo rileva un’indagine di KRLS Network of Business Ethics, condotta su dati divulgati dalle polizie tributarie dei singoli stati Ue, per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani, che sarà pubblicata sul magazine “Contribuenti.it”.
Nella speciale classifica degli evasori, l’Italia è al primo posto (54,5% del reddito non dichiarato), seguita da Romania (42,4%), da Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%). Fanalino di coda l’Inghilterra con il 11,7%, il Belgio con il 10,1% e chiude la Svezia con il 7,3%.
In Italia i principali evasori sono le industrie (32,8%) seguiti da banche e assicurazioni (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%).
In valore assoluto, in Lombardia, si è registrato il maggior aumento dell’evasione fiscale con il 14,7%.
Perché si evade? Dall’indagine condotta per l’Associazione Contribuenti Italiani è emerso che il 42% dei contribuenti evade per l’insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato a fronte dell’alto prelievo fiscale, per il 39% per la complessità delle norme (fisco lunare) ed il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti e solo il 19% per la scarsità dei controlli o per mancanza della cultura della legalità.
Ciò che incentiva maggiormente l’evasione fiscale, che nel 2010 è cresciuta complessivamente del 10,4% raggiungendo – considerando anche l’evasione derivante dall’economia criminale – la cifra astronomica di 159 miliardi di euro all’anno, è l’inefficienza della pubblica amministrazione, con la scarsa qualità dei servizi offerti, le numerose violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l’inefficacia delle esattorie che rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all’evasione fiscale. Ogni anno gli enti impositori riscuotono, tramite le esattorie, meno del 9% di quanto accertato.
«Di fronte a un fenomeno così pervasivo – afferma Vittorio Carlomagno presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – servono strategie fiscali diverse. Bisogna puntare sulla tax compliance anziche’ sui tradizionali strumenti di repressione. È necessaria un’illuminante politica di collaborazione con le associazioni rappresentative dei contribuenti per generare una autentica cultura antievasione».