E’ opinione comune che l’entrata in vigore delle previsioni della Finanziaria 2007 dal 01/01/2011 abbia comportato l’automatica “messa al bando” degli shoppers in plastica prodotti tradizionalmente, ossia non biodegradabili; com’è evidente, tale previsione colpisce senza mezzi termini le industrie produttrici di manufatti e imballaggi di plastica.
Un altro motivo di crisi per il settore della plastica è determinato da un imbarazzante conflitto di interessi tra aziende produttrici di materiale plastico, in relazione ai materiali utilizzati finalizzate alla biodegradabilità e compostabilità.
La plastica, nell’uso quotidiano degli shopper, a causa del negligente comportamento umano, è considerata uno dei principali motivi di micro contaminazione e di soffocamento di uccelli, di animali marini. Per tali motivazioni le istituzioni cercano di disciplinare le sostanze contenute per ridurne l’impatto ambientale, in verità in buona parte originato non dalla plastica in quanto tale, ma dalla mancata adozione di misure – pure esistenti – per provvedere al riciclo della stessa.
Nella società attuale parlare di eco sostenibilità, significa approfondire metodi, strumenti, studi scientifici sui materiali, che consentano all’umanità di ridurre al minimo i rischi dell’inquinamento, nel rispetto dell’ambiente e del bene pubblico.
I prodotti in plastica sono al centro dell’attenzione di studiosi, istituzioni, stakeholder e aziende, afferenti al delicato tema ambientale. I tipi di plastica sotto la lente di ingrandimento sono shopper additivati con ECM MasterBatch PelletsTM e i prodotti che utilizzano il MaterBi. Le principali differenze tra le due “Bioplastiche” sono rappresentate dalla derivazione dei materiali utilizzati e dai tempi di “biodegradazione” impiegati.
Giornalisti, aziende competitor, blogger, opinion leader e associazione di categoria, in seguito alla decisione dell’AGCM di sanzionare per pubblicità ingannevole Italcom, Arcopolimeri e Ideal Plastik, in riferimento agli shopper/sacchetti contenenti l’ECM MasterBatch PelletsTM, in riferimento agli shopper/sacchetti contenenti l’ECM MasterBatch PelletsTM, hanno scritto senza una reale conoscenza del contenuto del provvedimento dell’AGCM e, per di più, senza occuparsi di comprendere la valenza scientifica dell’additivo, diffamandone le capacità di biodegradabilità.
Alcune notizie confuse dal punto di vista scientifico e tendenti a colpire in modo mirato aziende del settore, rendono il problema dell’utilizzo dell’additivo ECM un vero e proprio motivo di riflessione sulla veridicità dell’informazione.
Italcom società commerciale italiana, distributrice dell’additivo ECM MasterBatch PelletsTM prende atto della sanzione ricevuta da AGCM e dei suggerimenti da applicare per una comunicazione efficace e trasparente.
Alla luce dei risvolti che hanno visto l’uso degli shopper in plastica con l’aggiunta di ECM un vero e proprio motivo di inquisizione, l’azienda dichiara che le matrici polimeriche: PoliEtilene (PE), PoliPropilene (PP), PoliVinilCloruro (PVC), PoliStirene (PS) e PoliEtilentereftalato (PET), additivate con almeno 1% di ECM MasterBatch PelletsTM, sono biodegradabili in tempi variabili (definiti dall’I.S.S. “medio lunghi”) ma entro i 5 anni, in riferimento ai test UNI EN ISO 14855 in rispetto alla Direttiva EU 94/62 CE, pertanto conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati all’Art. 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006 e successive modifiche, a cui devono far riferimento i sacchi da asporto merci.
A supporto, inoltre dalle dichiarazioni dell’I.S.S. “Istituto Superiore di Sanità” emergono tre dati importanti:
1- La UNI EN 13432, che regola la COMPOSTABILITA’ non è una norma vincolante e obbligatoria
2- I test per certificare la biodegradabilità e la compostabilità sono UNI EN ISO 14855 ed UNI EN 13432.
3- La conferma della biodegradabilità dei prodotti additivati con ECM, in tempi variabili a secondo del polimero di base utilizzato in tempi e percentuali differenti.
Intanto “La guerra al sacchetto” continua imperterrita con un braccio di ferro tra produttori italiani e multinazionali ben armate. Il mercato della plastiche soffre la perdita di posti di lavoro, sia nel settore della produzione sia nel settore del riciclo, e si sta procedendo verso la probabile e preoccupante creazione di un sistema monopolistico.