Dato atteso e comune alle principali economie dell’eurozona. Le dinamiche attuali riflettono, come già accaduto nel 2008, gli aumenti dei prezzi relativi alle componenti volatili dell’inflazione, alimentari non trasformati ed energetici, in linea con quanto registrato dai prezzi all’origine. Per gli altri beni e per i servizi, soprattutto quelli il cui consumo non ha sostanzialmente vincolato (come per le assicurazioni), la dinamica inflazionistica appare, invece, decisamente più contenuta: ha il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.
Se al momento le tensioni sui prezzi non sembrano preoccupare la BCE che ha mantenuto inalterato il tasso di sconto, vi è comunque il rischio che nei prossimi mesi, in presenza di ulteriori aumenti legati ai prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, la stessa politica monetaria possa diventare più restrittiva. Questa eventualità – conclude la nota – potrebbe avere conseguenze negative sugli investimenti e quindi sul tasso di crescita della nostra economia, caratterizzata da un elevato debito pubblico che produrrebbe oneri insostenibili in termini di maggiori interessi.
Fonte: confcommercio