Negli ultimi cinque anni si sono verificati nel settore ben 17 incidenti mortali
ROMA – La morte di due lavoratori e il ferimento di un terzo nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Santa Venerina, nel Catanese riporta drammaticamente alla ribalta un settore produttivo di “nicchia”: meno di 300 aziende attive nel 2009 con un numero di addetti inferiore a 600.
I dati territoriali confermano il forte radicamento di tali aziende nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle tradizionali feste popolari è assai diffuso.
La manipolazione di materiale esplosivo, le dimensioni aziendali estremamente contenute (in media 2 addetti per azienda) nonché il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte spiegano l’elevata potenzialità di rischio infortunistico del settore.
Nel corso del quinquennio 2005-2009, si sono verificati nella pirotecnia 85 infortuni sul lavoro (mediamente meno di 20 l’anno) di cui ben 17 mortali (3-4 morti l’anno in media). La quota più elevata di infortuni si registra proprio nelle regioni del Mezzogiorno con oltre il 50% degli infortuni e delle morti; particolarmente rilevante appare la concentrazione infortunistica in Campania, dove si verifica il 20% degli infortuni e quasi la metà di tutti i decessi del settore.
Fonte: INAIL