8 febbraio 2011. I dati della relazione dell’Agenzia Eu-Osha: a seconda del paese il fenomeno interessa dal 5% al 20% dei dipendenti. Se il 40% dei dirigenti si dice preoccupato, solo il 25% attua misure di contrasto. Il direttore Takala: “Una ridotta produttività e un aumento delle assenze per malattia tra le ripercussioni economiche più gravi”
ROMA – La violenza e le molestie sul luogo di lavoro sono sempre più frequenti in Europa. Con numeri che destano non poche preoccupazioni, anche se i dirigenti sembrano ancora fare poco o niente per contrastarle. Dal fenomeno è, infatti, interessato dal 5% al 20% dei lavoratori, a seconda del paese, del settore e della metodologia impiegata. Il 40% del management si dice preoccupato in merito, tuttavia solo circa il 25% (e non più del 10% in molti paesi dell’Ue) ha attuato procedure per affrontare il problema. Lo rivela la nuova relazione “Workplace Violence and Harassment: a European Picture” (Violenza e molestie sul luogo di lavoro: un quadro europeo), che presenta statistiche internazionali raccolte dall’Osservatorio europeo dei rischi dell’Eu-Osha. Secondo la ricerca il problema è ancora più accentuato nei settori dei servizi sanitari e sociali e dell’istruzione, dove più del 50% dei dirigenti considera il fenomeno rilevante in termini di salute.
Nonostante l’allarme, però, in molti paesi del Vecchio Continente la questione non è pienamente affrontata e le iniziative di contrasto appaiono inadeguate. “La violenza e le molestie costituiscono minacce gravi per la sicurezza e il benessere dei lavoratori in Europa, ma non sempre vengono segnalate”, afferma Jukka Takala, direttore dell’Agenzia. “La violenza, le aggressioni verbali o le minacce cui i dipendenti vengono sottoposti da clienti o pazienti sono problemi importanti per la salute e la sicurezza. E le conseguenze psicologiche sono a volte più pericolose delle ferite fisiche. Le molestie sul luogo di lavoro possono portare a stress, a congedi di malattia di lunga durata e persino al suicidio. Le ripercussioni economiche sono una ridotta produttività, un aumento delle assenze per malattia, un più rapido avvicendamento del personale e il pensionamento anticipato dovuto a disabilità spesso in giovane età.”
L’Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (Esener) è stata condotta nella primavera del 2009 e ha raccolto 36mila interviste in 31 paesi. Lo studio, che esamina le opinioni di dirigenti e rappresentanti dei lavoratori, fornisce informazioni su come le imprese europee gestiscano attualmente le questioni di salute e sicurezza, con particolare attenzione ad aspetti relativamente nuovi quali i rischi psicosociali (tra cui lo stress legato al lavoro, la violenza e le intimidazioni). Nel 2010 verranno effettuate ulteriori analisi e saranno elaborate altre quattro relazioni incentrate sui fattori di successo relativi alla gestione di salute e sicurezza, sulla gestione dei rischi psicosociali, sulla partecipazione dei lavoratori e su azioni, incentivi e ostacoli nella gestione dei rischi psicosociali.
Fonte:INAIL