Imprese, le migliori best practice nel progetto Sis

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I risultati dell’iniziativa di INAIL e Confindustria resi noti in un convegno a Roma. La buona prassi prevalente è rappresentata dalla realizzazione di sistemi integrati di gestione o della sicurezza e riguarda il 41% delle aziende. Marcegaglia: “Puntare su formazione, informazione e comunicazione”

Un giro d’Italia in 23 tappe per raccogliere le migliori best practice aziendali in materia di sicurezza sul lavoro. Si chiama progetto Sis “Sviluppo imprese in sicurezza” I’iniziativa portata avanti da Confindustria in collaborazione con INAIL e Federmanager, i cui risultati sono stati resi noti nel corso di un convegno a Roma. In totale sono state 39 le aziende esaminate , di queste circa un terzo (33,3%) sono imprese di medie dimensioni, tra 50 e 250 addetti. Più ridotto è, invece, il numero delle piccole imprese (25,6%) e delle grandi (solo 4%).
Il bilancio del progetto. Sul totale nessuna delle aziende analizzate è stata ritenuta pienamente conforme alla definizione di “buona prassi” contenuta nell’articolo 2 del decreto legislativo 81/2008. In molti casi, però, le esperienze sono state considerate significative e sottolineano secondo i promotori “l’impegno crescente delle imprese nel campo della sicurezza sul lavoro e costituiscono tappe intermedie verso un percorso di eccellenza che il tour vuole continuare ad affiancare e valorizzare”. La best practice prevalente è rappresentata dalla realizzazione di sistemi integrati di gestione o della sicurezza, che riguarda il 41% delle imprese, in particolare quelle piccole o medie (60%). Nelle grandi imprese le esperienze migliori sono quelle legate alla comunicazione e all’informazione. Nel complesso, comunque, il quadro imprenditoriale italiano risulta piuttosto disomogeneo sia nelle entità che nelle modalità in cui vengono computati i costi per gli interventi di sicurezza.
La soddisfazione degli industriali. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha ricordato che il tema della sicurezza è tra le mission principali della squadra di via dell’Astronomia, messe da lei stessa in agenda all’inizio del suo mandato. “Quando sono stata eletta mi sono posta due obiettivi: l’investimento nel campo della ricerca e dell’innovazione e la sicurezza intesa come attenzione alla legalità e al rispetto delle regole”, ha detto. “Le regole ci vogliono così come ci vogliono le sanzioni, ma interventi puramente formali non portano risultati, non risolvono il grave problema della sicurezza. Bisogna invece puntare su formazione, informazione e comunicazione. E’ questa la strada da portare avanti”.
Federmanager: “Ripartire da merito ed etica”. Secondo Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, per un corretto management delle imprese bisogna ripartire da due temi principali: merito ed etica. “Bisogna pensare a un processo di ridefinizione del ruolo manageriale” ha affermato. “È necessario un senso di responsabilità individuale e sociale”. Lorenzo Fantini, della direzione generale per la tutela delle condizioni di lavoro del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, ha ricordato gli interventi in materia portati avanti dal ministro Sacconi, tra cui le linee guida sullo stress lavoro correlato e il sistema informativo nazionale per la prevenzione “molto atteso e su cui si sta lavorando”.
INAIL: non solo incentivi economici, ma anche formazione. Per l’INAIL era presente al convegno, oltre al direttore generale Giuseppe Lucibello, Alessandra Assogna della direzione centrale Prevenzione che ha elencato gli incentivi finanziari messi a disposizione dall’Istituto per le imprese che investono in sicurezza. “Il sostegno economico non è l’unica iniziativa che l’INAIL mette in campo”, ha sostenuto, “ma portiamo avanti progetti anche insieme ad altri partner, come per esempio la formazione nel settore costruzioni”. Infine Buia, vicepresidente Ance, ha ricordato l’importanza di aumentare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, un problema non solo sociale ma anche associativo.