La popolazione straniera presente nell’Unione europea ammonta – secondo i dati aggiornati al 2009 – a poco più di 32 milioni, che corrisponde al 6,4% della popolazione complessiva (circa 500 milioni). È la Germania a registrare la presenza straniera più numerosa (22,4%) seguita dalla Spagna (17,6%), dalla Gran Bretagna (13,1%), dall’Italia (12,1%) e dalla Francia (11,6%). Questi 5 paesi da soli raccolgono quasi l’80% della popolazione immigrata presente nei 27 paesi che compongono l’Unione europea.
In Italia, secondo i dati Istat, il bilancio nei due anni della crisi (2009 e 2010) indica una perdita di 554 mila posti di lavoro (realizzata per più di due terzi nel primo anno), ripartiti tra un calo degli occupati italiani pari a circa 863 mila unità (4,0%) ed ad una crescita dell’occupazione immigrata di 309 mila unità (+17,6%). A questo si aggiunge la diminuzione del tasso di occupazione, l’incremento del tasso di disoccupazione e del numero di persone in cerca di occupazione sia per gli italiani che per gli stranieri.
Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto “L’immigrazione per lavoro in Italia: evoluzione e prospettive” presentato il 23 febbraio 2011, nel corso di una Conferenza stampa dal Ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi. Il Rapporto propone un’analisi sull’evoluzione della popolazione straniera in Italia e, nel contempo, l’utilizzo delle informazioni statistiche disponibili per impostare un monitoraggio permanente delle tendenze.