Pedalare in ufficio lavorando fa bene alla salute

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Fare un’attività fisica benefica per il corpo lavorando al proprio tavolo chini su carte e scartoffie. Accorpare, in altre parole, le ore passate in ufficio con il tempo libero dedicato allo sport per migliorare le condizioni di salute di tantissimi lavoratori. La proposta viene da uno studio promosso dai ricercatori della East Carolina University, che hanno sperimentato l’utilizzo di piccole bici portatili piazzate sotto la scrivania.

La ricerca americana. Il test, i cui risultati sono stati pubblicati sul “British journal of sport medicine”, è stato realizzato sottoponendo a 18 lavoratori una minibici mobile, che ognuno di essi ha trovato montata sotto il proprio tavolo e che poteva adoperare tranquillamente mentre scriveva al proprio pc. È emerso che in media i “ciclisti” dal colletto bianco hanno usato lo strumento per 12 dei 20 giorni in cui esso è stato disponibile, pedalando per quasi mezz’ora ogni volta ed ammettendo che sarebbero disposti a usarla regolarmente se posizionata in maniera stabile. Per i ricercatori statunitensi la macchina a pedali si è rivelata un buon antidoto contro la sedentarietà del tempo passato in ufficio e, soprattutto, non ha influito negativamente sul lavoro.

Il test italiano. Lo studio americano non è, però, una novità assoluta. L’idea di introdurre negli uffici misure correttive di riduzione dello stress da lavoro a beneficio della salute viene proposta sempre più spesso. E qualcosa del genere è già stato sperimentato anche in Italia. Si tratta del progetto ‘Movimento come nutrimento’, che il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ufficio di Bilancio del Ministero dell’Economia, operante presso il Ministero delle Infrastrutture, aveva promosso nel 2007 a costo zero per promuovere la cultura del movimento negli uffici della Pubblica Amministrazione. Premiato l’anno seguente nell’ambito della Campagna europea 2007 sui disturbi muscolo scheletrici promossa, tra gli altri, dall’Inail e dall’ex Ispesl, il progetto era nato per rispondere a una precisa esigenza: ridurre l’aumento degli incidenti dovuti a una sedentarietà eccessiva degli impiegati.

Musica e massaggi antistress. Era stato notato, infatti, che stare fermi alla scrivania comportava un crescente numero di infortuni anche molto semplici come una frattura in persone con più di 50 anni. Nel biennio 2006-2007, su 100 impiegati, 10 avevano riportato degli incidenti alle articolazioni. Ciò provocava, oltre alle assenze dal lavoro, anche un forte senso di apatia, inerzia e demotivazione da parte del personale in servizio. Ma come si era sviluppato il progetto? In alcuni periodi di superlavoro, come a fine anno per la chiusura della Finanziaria o a giugno per le scadenze fiscali, oppure al termine di alcuni corsi particolarmente impegnativi, era prevista una pausa di 5-10 minuti in cui ascoltare musiche ritmiche, dagli effetti tonificanti ed energetici, praticare automassaggi alle zone del collo per stimolare la circolazione sanguigna o giocare con le palline ‘ammazzastress’, con cui fare esercizi per mani troppo ferme.

Quei cinque minuti dedicati ad ascoltare musica o a muoversi per una passeggiata – spiegavano i promotori dell’iniziativa – non erano sottratti al lavoro, ma diventavano un’attività destinata a produrre benessere, efficacia ed efficienza, con una forte riduzione di malattie ed infortuni. E anche al Ministero si auspicava l’utilizzo di pedaliere e cyclette, soprattutto per favorire il reintegro di persone rientrate in servizio dopo un incidente.

Fonte: Inail