Energia: Antitrust avvia istruttoria nei confronti di E.On Rete

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 2 marzo 2011, ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti delle società E.On Rete, attiva nella distribuzione di gas naturale in 298 comuni italiani, e di Linea Distribuzione, che svolge il servizio di distribuzione in 72 comuni delle Province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Padova, Parma, Pavia e Vicenza, per verificare se abbiano messo in atto un’intesa restrittiva della concorrenza.

Il procedimento, notificato oggi alle parti interessate nel corso di alcune ispezioni condotte con l’ausilio del Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza, è stato avviato alla luce di una segnalazione del Comune di Casalmaggiore che ha indetto una gara per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas, in qualità di capofila di un gruppo di otto Comuni cremaschi. Alcuni di questi Comuni hanno E.On Rete quale concessionario uscente, mentre altri hanno Linea Distribuzione.

Alla gara hanno partecipato solo i gestori uscenti, E.On Rete e Linea Distribuzione S.r.l, riunitisi in ATI. Gli altri concorrenti, nonostante gli inviti ricevuti, hanno infatti deciso di non presentare alcuna offerta, anche alla luce dell’impossibilità di prendere visione dell’impianto di distribuzione localizzato sul territorio interessato: E.On Rete, nonostante la richiesta del Comune di consentire l’accesso ai concorrenti, ha infatti negato il sopralluogo.

Secondo l’Antitrust, gli elementi raccolti evidenziano la possibile esistenza di un coordinamento anticoncorrenziale nella partecipazione alla gara bandita dal Comune di Casalmaggiore per il riaffidamento del servizio di distribuzione del gas in otto comuni.

In particolare, dagli elementi a disposizione, in base ai requisisti previsti dal bando E.On Rete e Linea Distribuzione avrebbero potuto partecipare autonomamente alla gara, superando ognuna, di gran lunga, le capacità tecniche, gestionali e finanziarie richieste dal disciplinare di gara. Secondo l’Autorità è ragionevole sospettare un uso improprio ed illecito dell’ATI da parte delle due società, al solo scopo di ripartirsi il mercato messo a gara, mantenere ciascuna il proprio bacino di affidamento e riacquistarlo al minor prezzo, formulando un’offerta che fosse la più vicina possibile al minimo canone garantito previsto dal bando di gara. L’obiettivo sarebbe stato facilitato dall’effetto ‘dissuasivo’ legato al diniego di E.On Rete di accesso agli impianti ai concorrenti.