Partecipazione, antidoto alla corruzione

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Ormai lo sappiamo. La corruzione e le frodi dilagano in Italia. Lo conferma la relazione della Corte dei Conti alla fine dello scorso febbraio.
Di quella relazione colpisce non tanto l’analisi del fenomeno (purtroppo ormai fin troppo noto), ma la nettezza con cui la Corte critica il pacchetto di misure annunciate di recente dal Governo: tutte misure contrarie rispetto a quelle che servirebbero per fronteggiare la corruzione.
La Corte boccia il disegno di legge sulle intercettazioni perché, come dice il procuratore generale Mario Ristuccia, “non appare indirizzato ad una vera e propria lotta alla corruzione”. Viceversa, le intercettazioni costituiscono “uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo di contrastare il fenomeno della corruzione”.
La Corte esprime dubbi anche sulle proposte di “processo breve”. Certo, esiste in Italia un problema di lentezza dei processi. Ma la soluzione prospettata dal Governo, nei fatti, non è quella dell’efficienza e della rapidità, ma semplicemente l’interruzione del processo. Di fatto, come dicono i giuristi, si tratta di ‘denegata giustizia’, con buona pace dei diritti delle vittime.
Bocciata anche la legge Cirielli, che ha dimezzato i termini di prescrizione “con il risultato che molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una sentenza di condanna”.
In questo contesto, diminuiscono le denunce. Un po’ per progressiva assuefazione alla diffusa corruttela, un po’ per crescente sfiducia nei confronti di quei poteri pubblici che non riescono a difendere i cittadini dagli apparati politico-amministrativi corrotti.
Basti pensare al settore della sanità, dove, spiega la Corte, si verificano “con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, talvolta favoriti dalle carenze del sistema dei controlli”.
A tutto ciò si aggiunge la completa inutilità del SAET: il Servizio Anticorruzione e Trasparenza, incardinato nel Dipartimento della Funzione pubblica in sostituzione dell’Alto commissariato anticorruzione, produce qualche modesto studio, ma non ha nessuna capacità di incidenza.
E la riforma Brunetta? Ormai da un anno ne aspettiamo invano i risultati. Ma come i lettori di questa newsletter sanno, la riforma è stata di fatto ‘disinnescata’, e la Civit (Commissione indipendente per la trasparenza, l’integrità e la valutazione) è poco indipendente e, in compenso, molto inefficiente.
Da dove ripartire, dunque? “La lotta alla corruzione deve fondarsi essenzialmente su quattro pilastri: l’ etica, la trasparenza attraverso l’ uso dell’ Ict, la semplificazione, il controllo”, dice il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino.
Sono tutti ingredienti per i quali il ruolo dei cittadini sarà cruciale: servono per rilanciare l’etica pubblica, il rispetto delle Istituzioni, la cura dei beni comuni dopo anni di comportamenti privatistici e corporativi da parte delle classi dirigenti. La trasparenza reale delle amministrazioni si giocherà nella capacità di coinvolgere davvero gli utenti, di raccoglierne il punto di vista, di rendere conto del proprio operato. Rendere fluide e amichevoli le procedure significherà tutelare meglio i diritti delle persone e limitare le opacità e le zone d’ombra nelle quali si nascondono le scorciatoie e i privilegi. Infine, sotto il profilo dei controlli, la sfida più innovativa sarà quella della valutazione: i cittadini devono poter valutare la qualità dei servizi e dell’azione amministrativa, il rendimento dei dirigenti e dei funzionari pubblici, la capacità di governo dei vertici politico-amministrativi.
Un programma impegnativo, ma possibile. Purché si mantenga la consapevolezza che nuove minacce possono emergere. Come ha osservato il procuratore Ristuccia, il decentramento della spesa pubblica può contribuire ad “aumentare la corruzione quando la vicinanza a interessi e lobby locali favorisca uno scambio di favori illeciti in danno alla comunità amministrata”. Un ammonimento da tener presente in questi giorni in cui si approvano i decreti sul federalismo municipale.

Vittorino Ferla, Responsabile relazioni istituzionali Cittadinanzattiva