Tensione sulle rinnovabili, il Governo prova a rassicurare le imprese

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L’adeguamento degli incentivi alle energie rinnovabili è ”necessario”, ma chi lavora nella greeneconomy non deve ”nutrire timori ingiustificati”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non fa marcia indietro: tenta invece di rasserenare gli animi in attesa che venga rivisto il regime diagevolazioni per chi investe nel settore, gettando acqua sul fuoco di un dibattito che coinvolge governo, opposizione, operatori, imprese e banche. Gli incentivi, spiega il premier, ”devono adeguarsi all’andamento degli altri Paesi europei. Il ‘boom’ del settore fotovoltaico determina sulle bollette dei cittadini un aggravio che era necessario calmierare”. Il governo rassicura tuttaviagli operatori del settore: ”il progetto di diversificazione delle fonti di energia corrisponde a impegni internazionali precisi e guarda al futuro” e quindi ”coloro che hanno investito nella cosiddetta ‘green economy’, come anche chi lavora in questo settore, non deve nutrire timori ingiustificati. Entro poche settimane il governo stabilirà il nuovo quadro di incentivi che consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obbiettivi europei per il 2020”. Il settore, intanto, è in grande agitazione. Prova ne è la lettera che l’Aibe (Associazione delle banche estere operanti in Italia) ha inviato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, in cui si lanciano due distinti allarmi: quello di un generale ”rischio di inaffidabilità del legislatore italiano” e quello specifico della possibilità dispeculazioni per la ”compravendita” delle abilitazioni già incentivate. Si tratta, ha commentato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ”del solito, classico atteggiamento delle banche che non ci piace”. Infatti ”non c’è ragione a non aver fiducia in una legge dello Stato, che dice che entro il 30 aprile ci sarà un nuovo quadro di incentivi, e quindi i programmi di investimento possono andare avanti”. Il rischio più sentito riguarda l’occupazione, anche se sui numeri non ci sono certezze, mentre le associazioni di settore sottolineano anche che ”si uccide una filiera giovane che assume giovani e che da 2-3 anni aveva avviato i primi passi. Ora che era matura, il governo gli taglia le gambe”. Insomma, sintetizza il leader del Pd Pierluigi Bersani, ”è una vicenda drammatica”, e la speranza è che ”Romani presti orecchio”. E proprio il ministro dello Sviluppo economico, che con quello dell’Agricoltura Giancarlo Galan e con la Prestigiacomo si prepara a mettere a punto le modifiche al decreto dopo aver incontrato il settore martedì prossimo, promette: ”non voglio arrecare danno all’industria delle rinnovabili”. Ma sul tema vogliono dire la loro anche Comuni e Regioni, che chiedono di essere coinvolti.

Fonte: Confcommercio