Non si placa la polemica tra i sindacati sulla firma del nuovo contratto del terziario. Dopo l’affondo di Cisl e Uil contro la Cgil (per Bonanni “la Cgil anche tre anni fa non firmò il contratto e poi zitta zitta lo fece un anno dopo alle stesse condizioni. Si ripete lo stesso cliché”, mentre per Angeletti “non è che la Cgil fa accordi migliori, non li fa proprio”) e la replica della Camusso (“le ragioni di Cisl e Uil non sono più comprensibili”), ora è la volta del segretario generale della Filcams Cgil, Franco Martini, a dare nuova linfa al contrasto. ”Si è assecondata – dice – la politica di Confcommercio, tesa a scaricare sul lavoro il peso principale della crisi dei consumi. Un’operazione a perdere, dato che non esiste alcuna contropartita in termini occupazionali, né di crescita dei salari”. ”Difficile – continua Martini – trovare un argomento in grado di dimostrare che il rinnovo del contratto consegnerà un contratto migliore di quello precedente. Basta una normale dose di obiettività per dire che sarebbe stato meglio tenersi il vecchio contratto, difendendo così diritti, significativamente indeboliti col nuovo accordo. Parlare, poi, di tratti innovativi in un contratto che di fatto vanifica il secondo livello contrattuale, riducendolo, attraverso le deroghe, a semplice grimaldello del contratto nazionale, significa confondere la fantasia con la realtà”. Riferendosi alla proposta avanza dalla Filcams di sottoporre l’accordo al voto delle lavoratrici e dei lavoratori, Martini ha concluso: ”Cisl e Uil debbono spiegare perché a Pomigliano e Mirafiori hanno preteso il referendum vincolante tra i lavoratori e qui si oppongono a una consultazione con voto certificato. Questa democrazia a doppia velocità la dice lunga sulla consapevolezza del danno che l’accordo separato del commercio ha prodotto e produrrà nel settore”.
Fonte: Confcommercio