Gifi-Anie: fotovoltaico si, speculazioni no

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È un messaggio forte e chiaro quello di ANIE/GIFI. Il settore fotovoltaico è composto da aziende giovani e sane e i dati da noi elaborati lo dimostrano: oltre 2000 aziende medio piccole che contano circa 18000 addetti diretti con età media inferiore ai 35 anni. ANIE/GIFI è una espressione importante dell’industria fotovoltaica italiana, che governa i rapporti degli associati con il mercato attraverso un Codice etico di autoregolamentazione, al fine di fornire a tutti gli stakeholder del settore adeguati livelli di legalità e qualità di servizi e prodotti. “Come accade anche in altri mercati, ci risulta che fenomeni di illegalità abbiano interessato anche il settore del fotovoltaico – ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente dell’Associazione Energia aderente a Confindustria ANIE. ”E’ nostra ferma intenzione prendere le distanze da questi comportamenti orientando il nostro business alla responsabilità e al pieno rispetto della legge.”
“Questi fenomeni di comportamento illegale possono essere altresì evitati – ha proseguito Gemme – attraverso precise misure legislative e regolatorie sia in fase di autorizzazione e di richiesta di connessione alla rete sia in fase di richiesta dell’incentivo.” Parte di queste misure sono già implementate, come la richiesta di garanzie finanziarie per la connessione alla rete, altre sono in via di definizione e dovranno essere previste dal meccanismo incentivante in discussione.
“In questo momento di forte sviluppo del mercato – ha dichiarato Valerio Natalizia, Presidente di GIFI-ANIE – è importante evitare la saturazione della capacità della rete. La nostra proposta al Governo è il blocco della compravendita dei punti di connessione e delle autorizzazioni al momento della pubblicazione in GU del Decreto Legislativo sulle rinnovabili. Parallelamente proponiamo l’individuazione di scadenze temporali per la realizzazione degli impianti autorizzati entro tale data.”
“Anche al nostro interno siamo impegnati a contrastare fenomeni di illegalità e comportamenti anomali che possano danneggiare la reputazione del settore e del marchio associativo – conclude Natalizia – e siamo pronti a revocare lo status di socio a quelle aziende che saranno giudicate colpevoli di azioni non conformi
alla legislazione in vigore.”