Inps-Cgil: 400mila lavoratori in cassa integrazione

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FOTO DI REPERTORIO

Riparte la cassa integrazione. Dopo un primo flebile calo registrato nel mese di gennaio, la cig ha ripreso a crescere lo scorso mese mettendo a segno un aumento congiunturale del +17,2%, per un monte ore complessivo di 70.625.100, con aumenti pesanti per la cassa straordinaria e per quella in deroga. Dietro questi dati ci sono 400mila lavoratori coinvolti dai processi di cassa, con oltre 123mila in cassa in deroga, che nei soli primi due mesi dell’anno hanno già perso poco più di 500milioni di euro, pari a 1.258 euro netti in meno in busta paga. E’ quanto emerge dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel rapporto di febbraio per promuovere le ragioni dello sciopero generale del 6 maggio incentrato sui temi del fisco e del lavoro.

“Archiviati i primi segnali di ripresa, evidentemente non rappresentativi di una inversione di tendenza, occorre urgentemente far ripartire il volano della crescita”, rileva il segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, rilanciando le proposte del sindacato alla base dello sciopero del prossimo 6 maggio. “Servono interventi sui redditi da lavoro e da pensione così come è necessario far uscire dalla crisi le migliaia di aziende in cassa integrazione straordinaria e le centinaia che si trovano in amministrazione straordinaria, perché non vi siano licenziamenti”. Alla luce dei dati di febbraio della cig, inoltre, “tornano di attualità, come un macigno, i numeri sull’occupazione maturati nella crisi del 2010, dove solo attraverso la cig ci sono stati oltre due milioni di lavoratori parzialmente sospesi, senza contare quelli in mobilità o in disoccupazione ordinaria e ridotta”. La CGIL chiede quindi al governo “un intervento straordinario per favorire i processi di riconversione industriale sostenendo e incentivando le innovazioni, a partire da un passo indietro del governo sulle rinnovabili per evitare rischi certi sulle imprese e sull’occupazione”.

Dati cig febbraio – Nel dettaglio dell’analisi della CGIL, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (cigo) rimbalza a febbraio per un monte ore pari a 19.171.330, segnando così una crescita sul mese precedente del +4,6%. Per i primi due mesi dell’anno il totale di ore di cigo accumulate è di 37.492.262 con variazione negativa sullo stesso periodo del 2010 del -50%. “Nella maggioranza dei settori – spiega il rapporto – continua la riduzione delle ore di cigo, fa eccezione solo il settore dell’edilizia dove c’è un aumento da inizio anno tendenziale consistente e pari a +20,5%”.

Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (cigs) le ore registrate a febbraio sono 29.131.787 in significativa crescita rispetto al mese precedente (+22,4%). Quanto al dato sui primi due mesi del 2011 la riduzione tendenziale è del -13,6% per un totale di 52.934.967. I settori dove la cigs aumenta, in riferimento ai primi due mesi dell’anno sullo stesso periodo dello scorso, sono quello del legno (+252,7%), che conferma una situazione in netto peggioramento, trasporti e telecomunicazioni (+99,5%), energia elettrica e gas (779,2%). Mentre i settori che fanno registrare una riduzione delle ore sono il meccanico (-34,1%), il tessile (-22%), carta e poligrafiche (-49,7%), vestiario e abbigliamento (-19,9%).

Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) segna aumenti sia sul dato congiunturale che su quello tendenziale. Con le sue 22.321.974 di ore di febbraio la crescita sul mese precedente è del +23%, così come è in aumento anche rispetto a febbraio 2010 del +13,1%. Le ore di cigd registrate da inizio anno, pari a 40.468.989, riportano una flessione sui primi due mesi del 2010 del -3%. Tra i settori con il maggiore ricorso alla cigd c’è l’alimentare, il metallurgico e l’edilizia dove a fronte di una riduzione della cigs corrisponde una aumento della cigd. Un dato che il rapporto giudica – si legge – “il segno di situazioni di crisi aziendali che stanno superando i periodi concessi dalla cigs o dalla cigo: le aziende ricorrono alla cigd come ultima possibilità per tutelare i lavoratori”.

In ordine di “gravità”, gli aumenti anno su anno da riportare riguardano i settori: commercio (+27,2%), legno (+22,2%), trasformazioni minerali (+74,5%), alimentare (+96,1%), edilizia (+197%), metallurgico (+58,1%), estrazioni minerali (+259,5%). I settori che presentano un maggiore volume di ricorso alla cigd sono quello del commercio (11.70.459 ore) e il meccanico (12.292.143 ore) che resta il settore con il maggiore ricorso. Le regioni maggiormente esposte con la cigd da inizio anno sono la Lombardia con 8.036.769 ore, il Veneto con 6.081.561 ore e l’Emilia Romagna con 3.439.384 ore. Ma anche nelle regioni meridionali si segnano forti aumenti, la richiesta di cigd in Basilicata incrementa sui primi due mesi dello scorso anno del +7.695,8% mentre la Calabria del +2.738%.

Causali di Cigs – I nuovi ricorsi ai decreti di cigs a febbraio sono stati 1.196, con un incremento sullo stesso mese dello scorso anno pari a un +6,8%, e riguardano 1.823 unità aziendali. Nel solo mese di febbraio si è registrato un aumento complessivo del +36% visto che nel mese di gennaio si era registrato un calo del -30%. Stazionarie le crisi aziendali (-0,1%), rappresentano il 65,3% del totale dei decreti. Le altre causali significative nei decreti del 2011 rispetto a febbraio 2010, riguardano le domande di ricorso al fallimento (+51,9%), al ricorso al concordato preventivo (+36,7%).

Tornano ad aumentare i contratti di solidarietà (+15,5%) che rappresentano il 18,6% del totale dei decreti. Le domande di ristrutturazione aziendale sono state solo 28, il 2,3% dei decreti. Anche in questo mese si conferma una tendenza all’aumento dei casi di fallimento e aumentano anche i casi di concordato preventivo: “Segnali – spiega il rapporto – di crisi industriali più consistenti e di vera crisi di prospettiva”. Mentre è costante la tendenza, già in atto nel 2010, dell’aumento degli interventi di tipo passivo verso le imprese. Infine sono solo il 5,2% del totale dei decreti, gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa.

Occupazione e lavoratori in cig – A febbraio, considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (4 settimane), si confermano essere 798.148 i lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 8 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 399.074 lavoratori, di cui 123.381 in cigd. Il rapporto denuncia come “anche in questo primo scorcio di 2011 nulla cambi, in termini di condizioni economiche e sociali, per migliaia di lavoratori che continuano ad essere ignorati dai provvedimenti, dalle frustate del governo”. Di fatti, dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 501.936.651 euro, pari a 1.258 euro per ogni singolo lavoratore.