“L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavolo, una media quasi 2.180 euro che vengono sottratti, all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato da 860 mila unità a 2,8 milioni. L’Erario si preoccupa più di fare cassa che di sensibilizzare sulle tematiche di dipendenza da gioco.” Lo afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani alla presentazione del convegno “Giochi, Usura e Fisco”, che si terrà a Napoli nel mese di aprile, nel quale verrà premiata l’intera redazione di “Contribuenti.it Magazine” per l’inchiesta “Gioco d’azzardo: il business dello Stato”.
Nel 2010 si è registrato un aumento delle perdite legate alla dipendenza da giochi e scommesse del 15,3%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati lasciati sul tavolo da gioco circa 720 mln in più. E nei primi 2 mesi del 2011 si registra un balzo addirittura del 4,4%, con un tendenziale annuo che potrebbe arrivare al 20%.
In Italia, il solo gioco legalizzato coinvolge circa 31,2 MLN di persone, di cui 7,6 MLN con frequenza settimanale, e sviluppa un fatturato di circa 56,8 MLD di euro. Anche il coinvolgimento dei minorenni è aumentato passando da 860 mila unità a 2,8 milioni.
Secondo l’indagine che verrà pubblicata su “Contribuenti.it Magazine”, nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6″ fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di Stato, anziché scendere, aumenta, a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sono alla ricerca di un full d’assi o di una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale.
L’Associazione Contribuenti Italiani chiede misure restrittive nei confronti del gioco legalizzato vietandolo in tutti i luoghi pubblici, sulla scia del divieto delle sigarette, la diminuzione dell’offerta di lotterie, il divieto del gioco d’azzardo online, l’aumento della tassazione sulle vincite al fine di renderle meno appetibili, introducendo un’imposta unica sostitutiva su tutti i giochi legalizzati (IUG) pari al 50% della vincita.
“Lo scopo delle istituzioni è quello di educare i cittadini, proteggere la loro salute, mentale e fisica – afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – non di certo quello di indurli a giocare al poker o ad indebitarsi con persone senza scrupoli. Senza contare che sono non pochi i giocatori fanno uso di sostanze stupefacenti o si prostituiscono per racimolare i soldi. Per un reale rilancio dell’economia e per accompagnare il paese dall’uscita della crisi economica – conclude Carlomagno – i risparmi degli italiani dovrebbero entrare in circolazione nel mercato attraverso canali legali e produttivi e non lasciare che le perdite al gioco diventino prima fonte di entrate nelle casse statali.”
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