Due modelli auto di alta gamma, una city car di lusso e un crossover per un totale di 38mila auto all’anno, da realizzare con un investimento di 420 milioni di euro in tre anni, e con cui occupare, a regime, circa 1.450 lavoratori. Sono questi i numeri più importanti del piano industriale che Gian Mario Rossignolo, patron della De Tomaso, ha messo sul tavolo del confronto con Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic per la riconversione industriale del sito Fiat di Termini Imerese.
Una proposta che mira a utilizzare sia lo stabilimento Fiat che quello della Magneti Marelli presente nell’area siciliana e che prevederebbe l’utilizzo di una tecnologia innovativa e brevettata, l’Univis. Un progetto dunque di fascia alta che prevederebbe anche la creazione di una selleria per la realizzazione a mano degli interni auto, in cui impiegare il 29% del totale degli occupati.
“Abbiamo presentato la nostra proposta, saranno gli altri a decidere se sarà compatibile con gli altri progetti previsti sull’area o meno”, ha spiegato al termine dell’incontro Rossignolo, che ha confermato come l’azienda abbia chiesto l’utilizzo di tutto l’impianto industriale presente nel sito. “Non si può spaccare una fabbrica e gestirla in dieci”, ha aggiunto.
E sui tempi di realizzazione del rilancio del sito di Termini Imerese proprio il patron della De Tomaso ha avuto uno scambio di opinioni con il ministero dello Sviluppo Economico. Al centro del botta e risposta il disappunto di Rossignolo circa i tempi lunghi e le lungaggini burocratiche che rallenterebbero l’operatività dell’investimento.
“Serve certezza sui tempi”, avrebbe chiesto Rossignolo. Una posizione non condivisa dal ministero, oggi rappresentato dal direttore generale, Giuseppe Bianchi, che avrebbe ricordato a Rossignolo la scalettatura della procedura già concordata con le aziende e necessaria “per assicurare una positiva e seria finalizzazione delle risorse pubbliche”.
Fonte: Adnkronos