Tre mesi di respiro. Per costruire una cordata, trovare i capitali necessari a riconquistare Parmalat e mettere in piedi un progetto industriale valido, tale da neutralizzare Lactalis senza pero’ penalizzare il mercato.
L’assemblea del 12 aprile, si legge in un articolo di Milano Finanza, non si terra’ piu’: venerdi’ 1* aprile il consiglio di Parmalat, presieduto da Raffaele Picella, ha votato per il rinvio al 25-27-28 giugno, grazie alla finestra aperta dal governo con un decreto ad hoc. A spingere i consiglieri a votare a maggioranza il rinvio sono stati da un lato il secondo decreto, che da’ alla Cassa Depositi e Prestiti la possibilita’ di investire in aziende strategiche per il Paese; dall’altro la lettera con cui Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit si sono dette disponibili ad assistere ed eventualmente anche a finanziare la creazione di un progetto industriale di lungo termine per Collecchio da parte di una cordata di imprenditori e soci finanziari italiani. Il problema sara’ adesso realizzare questa cordata. Le ipotesi piu’ plausibili per respingere “l’invasore Lactalis” sono due: un riacquisto delle azioni dei francesi e poi il lancio di un’opa parziale sul 60% oppure un’offerta totalitaria e indipendente dall’adesione di Lactalis. In ogni caso al gruppo controllato da Emmanuel Besnier dovra’ essere pagato un premio: Lactalis ha preso il 15% di Parmalat a 2,8 dai fondi MacKenzie, Skagen e Zenit, un altro 15% lo ha rastrellato sul mercato a circa 2,5-2,6 euro. Di conseguenza un’offerta italiana non potra’ che aggirarsi intorno ai 3 euro portando il valore di Parmalat a 5 mld.
Fonte: Borsa italiana