L’esito dell’ennesima battaglia su Generali Ass., culminata con le dimissioni di Cesare Geronzi dalla presidenza e l’arrivo al suo posto di Gabriele Galateri, ha posto le basi per il rafforzamento dell’asse tra il vicepresidente di Unicredit e uomo forte della Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, il management di Mediobanca, guidato da Alberto Nagel e Renato Pagliaro, e da quello della compagnia triestina, formato dalla triade Giovanni Perissinotto, Raffaele Agrusti e Sergio Balbinot.
Non per niente, si legge in un articolo di Milano Finanza, un solitamente reticente Dieter Rampl, visto che non ha mai voluto spiegare pubblicamente i motivi dietro l’uscita da Unicredit di Profumo, nell’intervista rilasciata a Repubblica venerdi’ 8 per commentare il dopo-Geronzi a Trieste, e’ invece apparso piuttosto loquace, prima sottolineando l’esigenza di rivedere il funzionamento del patto di Piazzetta Cuccia, poi ribadendo la “dottrina Palenzona”, esposta dal massiccio banchiere di Alessandria al Corriere della Sera solo poche settimane fa: “Mediobanca e’ il perno di Generali, Unicredit di Mediobanca”. Proprio Palenzona avrebbe dato impulso alla svolta che ha riportato Unicredit al centro dei giochi di potere, prima facendo mancare il suo sostegno a Profumo, che per anni aveva tenuto la banca lontano dalle cosiddette operazioni di sistema, poi benedicendo il salvataggio del gruppo Ligresti e del suo cruciale tesoretto di partecipazioni, finiti ora sotto il protettorato di Unicredit.
Fonte: Borsa italiana