Alcohol Prevention Day 2011: secondo l’ISS stabile il consumo di alcol

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Il 7 aprile scorso è stata la Giornata della prevenzione contro l’alcol o per dirla all’inglese Alcohol Prevention Day promosso dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con SIA, AICAT ed Eurocare e con il supporto del Ministero della Salute.
La necessità di una giornata dedicata ai rischi del consumo di alcol secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nasce certamente dai pericoli per la salute dei cittadini fotografati dai dati che l’ISS ha elaborato, illustrando una situazione italiana che se da una parte denota una stabilizzazione dei consumi negli ultimi dieci anni, dall’altra dimostra un progressivo cambiamento nelle abitudini dei nostri connazionali.
Il vecchio modello “mediterraneo” di bere vino o alcolici in basse quantità durante i pasti, infatti, ha segnato gradualmente il passo nei confronti della prassi diffusa tra i giovani e giovanissimi di bere sino ad ubriacarsi fuori pasto con un radicale aumento del cosiddetto binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione e in breve tempo). In crescita anche le donne che devono, sebbene gli uomini siano ancora più portati a consumare alcolici, anche se tra i bevitori fuori pasto le esponenti del gentil sesso pareggiano i maschi e l’incremento maggiore rispetto al 1999 si registra tra le consumatrici 25-44enni (+45,2%).
Come dicevamo al di là della soglia dei consumi che si mantiene stabile, le cifre raccolte dall’ISTAT ed analizzate dall’ISS sono comunque impressionanti soprattutto per quanto riguarda le categorie dei consumatori e l’incidenza tra i giovani ed i giovanissimi.
Ed infatti secondo l’analisi la prevalenza dei consumatori a rischio nel 2009 è pari al 15,8% della popolazione di età superiore a 11 anni, con una evidente disparità tra i sessi (25% dei maschi, 7,3% delle femmine). Lo studio per fasce d’età evidenzia che sono a rischio il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dell’età legale (16 anni), valori che dovrebbero essere pari a zero e che se riportati alla popolazione residente identificano al contrario ben 475.000 minori che hanno adottato almeno un comportamento a rischio alcol-correlato.
Non va meglio agli anziani: tra gli over 65enni si contano oltre 2 milioni e 200mila anziani che seguono modelli di consumo rischioso o dannoso, con il 47,7 % dei 65-74enni e il 40,7 % degli ultra75enni.
Tali spaventose cifre hanno degli effetti evidenti anche sulla spesa sociale anche perché già nel 2008 l’incremento degli alcol dipendenti in carico al servizio sanitario ha raggiunto la quota massima di oltre 66mila alcolisti in trattamento accompagnata da un significativo ricorso ai ricoveri ospedalieri per condizioni totalmente alcol correlate tra cui spicca la cirrosi per gli anziani e le intossicazioni alcoliche per i minori di 14 anni.
Sempre per rimanere in termini di costi per la collettività e per la salute umana connessi al consumo di alcol al di là delle cifre relative alle malattie ed alle morti legate ad esso direttamente, ancor più drammatici sono i numeri relativi ai sinistri stradali: nel Nostro Paese il 30% dei decessi per incidenti stradali e il 50% degli incidenti non mortali hanno una correlazione con l’uso di alcol ed è ormai tristemente noto che questa rappresenta la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni.
Per brevità, come Sportello dei Diritti, abbiamo ritenuto opportuno diffondere quanto più è possibile i dati più significativi forniti dall’ISS, perché riteniamo che l’informazione e la prevenzione, restino la via maestra per cercare di modificare modelli comportamentali che incidono negativamente sui singoli cittadini ma che come si è visto sono causa di effetti devastanti sulla collettività.