É stato presentato a Roma, il 13 aprile, lo studio su “La Stampa in Italia 2008-2010”, elaborato dall’Ufficio Studi della Federazione italiana editori giornali (FIEG).
“L’editoria subisce le conseguenze di condizioni generali problematiche e incerte” ha detto nel suo intervento il Presidente della Fieg Carlo Malinconico, sottolineando che alla congiuntura economica sfavorevole “sono particolarmente esposte le due fonti principali di finanziamento della carta stampata: le vendite e la pubblicità”.
I fattori di criticità che ostacolano la ripresa del settore sono molteplici. Malinconico li ha individuati nell’inadeguatezza del sistema distributivo; nell’assetto del mercato pubblicitario, caratterizzato dallo schiacciante strapotere della televisione; in un impianto normativo che non protegge i contenuti prodotti dagli editori.
“L’ambiente in cui le imprese operano non è favorevole al loro sviluppo” – ha aggiunto il Presidente degli editori – “specie in settori dominati dalla modernità. Non ha senso una regolazione che è molto minuziosa in termini di adempimenti e di responsabilità nei confronti della carta stampata e che invece ne prescinde per i nuovi canali comunicativi.”
In un contesto così difficile, Malinconico ha messo in evidenza un aspetto molto incoraggiante: dopo il preoccupante calo dei margini operativi dell’anno precedente, nel 2010 tali margini sono tornati positivi, grazie agli incisivi processi di ristrutturazione e di riorganizzazione produttiva portati avanti dal management editoriale. Ci sono segni di ripresa che vanno sostenuti.
Positive sono inoltre la tenuta degli indici di lettura, con un numero di lettori stabilmente sopra i 24 milioni, e la capillare presenza delle testate giornalistiche nell’area della multimedialità, con siti web che hanno conseguito risultati di assoluto rilievo in termini di contatti: a fine 2010 circa il 50% degli utenti nel giorno medio lo sono di siti gestiti da giornali, con un incremento del 37% nell’ultimo anno.
Al riguardo, Malinconico ha sostenuto che ”la valorizzazione dei contenuti editoriali sulle reti di comunicazione elettronica è la strada da percorrere se si vuole garantire una tutela efficace di tali contenuti e non penalizzare la modernizzazione del sistema”.
Ma non ci sono soltanto gli aspetti economici e finanziari da considerare.
Il Presidente della Repubblica, in un messaggio inviato nell’occasione, ha sottolineato “la funzione essenziale che la indipendenza e il pluralismo dell’informazione debbono assolvere nella ricerca di nuovi equilibri tra i diversi strumenti tecnologici di comunicazione e nell’affrontare la sfida della multimedialità.”
Prendendo lo spunto dalle parole del Presidente Napolitano, Malinconico ha ribadito “la contrarietà a qualunque forma di divieto di pubblicazione di notizie che non siano dichiarate espressamente segrete dalla legge o dall’autorità giudiziaria. Non ci possono essere condizioni o riserve a questo principio.”
A conclusione dell’intervento, Malinconico ha invocato l’esigenza di una politica industriale di sostegno per assecondare i segnali di ripresa che si vanno manifestando. “Se ne avrebbe una ricaduta amplificata per la collettività e per le stesse finanze pubbliche in termini di imposte e di prodotto interno lordo. Se ne avvantaggerebbe l’intera filiera cui fa capo l’editoria, che è un comparto assai rilevante in termini di investimenti e occupazione.”