Prima ancora che la Bce aumentasse il costo del denaro, le esose banche italiane che spalmano sui consumatori i costi di inefficienza e mala-gestio dei banchieri, avevano già provveduto ad aumentare i tassi sui mutui,che come si può vedere dall’ultimo bollettino della Banca Centrale Europea avevano già anticipato il rialzo con aumenti di mutui,presititi e fidi, gurdandosi bene di ritoccare i tassi sui depositi pari allo zero.
Dall’Osservatorio Adusbef,che elabora i dati della Bce su mutui e credito al consumo si può facilmente verificare che le banche italiane, due mesi prima della manovra di Trichet che il 7 aprile u.s.ha aumentato di un quarto di punto il tasso di riferimento portandolo all’1,25%, avevano provveduto ad aumentare i tassi sui mutui portandoli dal 4,22% di gennaio al 4,37 di febbraio,allargando così il differenziale con la media Ue di da un + 0,36% di gennaio ad un + 0,45% di febbraio (un + 0,9% in un mese).
Ancora più accentuato il differenziale sui prestiti che le banche erogano alla clientela sotto la voce credito al consumo, che in Europa aveva un costo medio del 6,13% a gennaio 2011 così come a febbraio, a differenza delle esose banche italiane, che con il concorso del controllore (Bankitalia),continuano a fare la cresta sulle famiglie bisognose di prestiti imponendo tassi del 7,31% a febbraio,con un rincaro dello 0,32% rispetto a gennaio e di un +1,18% rispetto alla media europea.
E se negli altri Paesi europei a 27, per pagare i costi di gestione un conto corrente, la cui media è di 114 euro, occorre avere depositi annui, attualmente retribuiti ad una media dello 0,50 per cento lordo, capitali immobilizzati pari a 29.700, in Italia per ammortizzare i costi medi di gestione di un conto corrente, pari a 295,66 euro l’anno regolati ad un tasso medio dello 0,100 % lordo, occorre avere immobilizzata una vera e propria fortuna in banca,con un ammortamento annuo della spesa che richiede un deposito di 403.400 euro, sempre chè le banche non inventino nuove voci di costi appioppate di soppiatto ai consumatori,come i 3 euro per prelevare i propri denari contante allo sportello in vigore da lunedi 18 aprile p.v.,oppure i 12 euro richiesti di recente da alcune banche quali: “rimborsi spese sostenute per consegna certificazione interessi passivi sui mutui”,da allegare obbligatoriamente alla dichiarazione dei redditi.
Poiché i pessimi consigli delle banche,che hanno indotto 2.232.000 mutuatari,su 3,5 milioni, ad indebitarsi a tassi indicizzati invece degli irripetibili tassi fissi, con aumenti delle rate di 132 euro in media, che potranno triplicare arrivando a circa 400 euro in più entro fine anno quando le previsioni indicano altre due manovre Bce,con un ulteriore + 0,25% per questa estate e un successivo rialzo prima della fine dell’anno portando il tasso di riferimento della Bce a 1,75%,se non addirittura al 2% per i più pessimisti, per contrastare le fiammata inflazionistiche derivanti dalla speculazione sul petrolio e sulle materie prime (grano,soia,riso,ecc.), Adusbef e Federconsumatori richiamano l’inerte Bankitalia ad una maggiore azione di vigilanza, sia per imporre la simmetria dei tassi sui depositi che devono essere simultaneamente aumentati quando si rincarano gli impieghi,che ad evitare speculazioni odiose sulla pelle delle famiglie.
La funzione di Bankitalia, per Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, non può essere ridotta a garante delle malefatte di banche e banchieri, ma ha il preciso dovere di intervenire su un sistema bancario rapace e vessatorio, per chiedere il rispetto della trasparenza minimale e delle eque condizioni contrattuali,che finora l’ufficio di vigilanza si è ben guardato da esercitare.
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