La retromarcia del Governo sul nucleare, al di là dei tatticismi e delle polemiche politiche, arriva tardiva e imbarazzata. Il punto però è un altro. Ci voleva una tragedia come quella di Fukushima per impedire agli appetiti imprenditoriali e di arricchimento di una sterminata coorte di politici, uomini di affari, finanzieri e imprenditori di avviare verso la rovina un’intera nazione? Perché la scelta nucleare, sostenuta anche con equivoci spot televisivi (poi bocciati dall’Autorità di controllo) cercava di rendere presentabile una soluzione che presentabile non è. Si parlava di reattore di terza generazione avanzata, senza che poi si capisse bene di cosa si trattava. Per capirlo e per capire i disastri, già in fase costruttiva, di questi reattori di nuova generazione bastava andare in Finlandia, a Olkiluoto, dove stanno provando a costruire il famoso Epr, ossia appunto il reattore di terza generazione.
I costi sono già impazziti, i tempi dilatati, le tecniche costruttive messe già sotto accusa (vedi una puntata di “Report” sull’argomento) per avere in cambio un reattore che comunque non riuscirà a risolvere il problema delle scorie nucleari. Perché come giustamente (anche se tardivamente) ha detto il ministro dell’economia Giulio Tremonti chi costruisce una centrale nucleare scambia un incasso immediato, l’energia fornita a costi bassi, per un debito da ripagare nei secoli, ossia la messa in sicurezza (per la quale per la verità non c’è ancora una procedura corretta) dei materiali radioattivi.
L’Italia ad esempio sta ancora pagando fior di quattrini per le centrali nucleari e il loro materiali costruite e poi non entrate in funzione a seguito di referendum popolare degli anni 80: Non solo. Non si tratta solo di soldi. La possibilità che queste scorie possano danneggiare in ogni caso la salute dell’uomo, la possibilità che eventi catastrofici possano ridare loro una accentuata pericolosità rendono l’intera faccenda del nucleare una questione irragionevole e in mondo serio improponibile. Perché allora si costruiscono centrali nucleari? Per i soldi. Una centrale nucleare è un affare gigantesco, da miliardi di euro, che può arricchire e rimpinguare le tasche di tutti i decisori, pubblici e privati coinvolti nella sua realizzazione. Si tratta di un gigantesco spostamento di ricchezza in capo a chi detiene le leve del potere a scapito della salute dei cittadini e del loro futuro finanziario ed economico. Con la scusa di energia a basso costo si indebitano le generazioni future per un ammontare neanche quantificabile e si mette a repentaglio la loro salute se non la loro stessa vita (vedi Fukushima ma anche Chernobyl). E’un arbitraggio cinico e disgustoso tra ricchezza di pochi e rischi e debiti per popolazioni intere. Purtroppo contro interessi economici così forti di solito c’è poco da fare, se non, tristemente, attendere terremoti che possono far finalmente aprire gli occhi alle popolazioni e ai cittadini.
di Pietro Colagiovanni