La questione più dibattuta degli ultimi giorni è quella sulla opportunità o meno che i negozi rimangano aperti il prossimo 1 maggio, giorno dedicato alla Festa del Lavoro ma anche giornata ricca di possibili affari per i copmmercianti delle grandi città turistiche. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha invocato decisioni territoriali. E il segretario generale della Uiltuc, Bruno Boco, ha sottolineato che a Roma, Venezia e Milano i commercianti non possono chiudere i battenti: “sarebbe una occasione persa per loro, e un’accoglienza monca per i turisti”. Chiede buonsenso, e non battaglie ideologiche, anche la Confcommercio, il cui direttore generale Francesco Rivolta parla di “concertazione tra parti sociali e amministrazioni”. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, attaccato dalla Cgil, non resta dunque solo. “La decisione dovrebbe essere gestita luogo per luogo, da parte dei sindaci, con i sindacati e le imprese”. ha detto Bonanni. L’obiettivo, secondo il leader della Cisl, è “trovare soluzioni convenienti per le imprese e per i lavoratori, e che tengano conto dell’intero arco del calendario annuale”. Il contesto permetterebbe infatti di modulare, scegliere le giornate piu’ adatte per le aperture e le chiusure, e trovare le giuste soluzioni e compensazioni contrattuali”. ”In questo modo – ha concluso Bonanni -ciascuno sarà maggiormente responsabile. E la questione non sarà piu’ affidata agli umori dei sindaci, o alla voglia o meno di arrivare a esasperazioni per stare sui giornali”. La festa del lavoro va assolutamente rispettata, per il segretario della Uiltuc Boco ma “questo non vale per le citta’ molto turistiche: per Roma, Firenze e Venezia il primo maggio è una grande occasione, nè si puo’ pensare che i turisti trovino i centri storici non funzionanti”, ha aggiunto Boco, condividendo cosi’ l’opinione espressa nei giorni scorsi dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo la quale l’apertura dei negozi il primo maggio è un’opportunità per il turismo. Secondo il direttore generale di Confcommercio, Rivolta, “i nuovi stili di vita e gli appuntamenti straordinari che determinano molte presenze turistiche nelle città d’arte sono elementi che non possono essere ignorati dalla distribuzione, che da sempre ha saputo interpretare le nuove e diverse esigenze dei consumatori, delle famiglie e dei turisti”. “Quello della distribuzione – ha aggiunto Rivolta – e’ un settore che sta soffrendo da molti anni a causa di consumi praticamente fermi (solo nel 2010 hanno chiuso oltre 60 mila esercizi commerciali), il dg di Confcommercio ha invitato quindi a superare le battaglie ideologiche, e usare “con buonsenso, attraverso una fase concertativa tra parti sociali eamministrazioni, il meccanismo già vigente delle deroghe ai Comuni”. Intanto se a Firenze, Torino e Roma – dove fra l’altro il primo maggio ci sara’ la beatificazione di Giovanni Paolo II – i negozi avranno facoltà di restare aperti, in altre citta’, come Milano, il dibattito è ancora in corso. Anche se l’assessore meneghino al Commercio, Giovanni Terzi, si è detto pronto a firmare la deroga per consentire ai negozi di tenere le serrande alzate.