Malgrado i miglioramenti, superiori alle attese, registrati da alcuni Paesi dell’Eurozona a livello di conti pubblici, “la situazione di bilancio dell’Eurozona resta precaria”. Lo scrive la Bce nel Rapporto annuale 2010, aggiungendo che l’impegno al risanamento dei conti “deve essere confermato nel tempo”. I piani enunciati per il 2011 dai Governi dell’Eurozona “sono un primo passo nella giusta direzione” ma “la dimensione dei problemi attuali a livello di conti pubblici richiede uno sforzo di consolidamento ambizioso e su diversi anni da parte della maggior parte dei Paesi”. “La Bce – si legge nel rapporto – apprezza gli sforzi della Commissione europea e degli stati membri dell’Unione per rafforzare la sorveglianza macroeconomica e dei conti pubblici ma torna a criticare le fondamenta dell’attuale riforma della governance economica europea. E’ quanto scritto nella relazione al bilancio 2010 della Bce. Con riguardo alla sorveglianza dei conti pubblici, lo spazio discrezionale lasciato al Consiglio europeo nella valutazione dell’esistenza di un disavanzo eccessivo o del criterio del debito dovrebbe essere ridotto”.
Anzi, sarebbe meglio tornare ai dettami originari del Patto di Stabilita’ della Ue che fu emendato nel 2005, ” si dovrebbe valutare l’eventualita’ di revocare le modifiche introdotte nel 2005 che concedono agli Stati membri un maggiore margine di azione”. ”I vincoli fissati da ciascun paese per conseguire l’obiettivo di bilancio di medio termine dovrebbero essere rigorosi, in particolare per gli Stati membri con un alto debito pubblico. Per facilitare il rispetto degli obblighi previsti dal Trattato, i paesi dell’area dell’euro dovrebbero adottare quadri di bilancio nazionali forti e migliorare la qualita’ delle statistiche delsettore pubblico”, scrive la Bce. Stessa musica sulla sorveglianza macroeconomica dove il nuovo sistema dovrebbe concentrarsi ”su quei paesi dell’area dell’euro che sperimentano ampi disavanzi di conto corrente, significative perdite di competitivita’ e alti livelli di debito pubblico e privato, nonchè altre vulnerabilità che minacciano la stabilita’ dell’area dell’euro”. Ribadita la necessita’ ” di un’ applicazione piu’ tempestiva e graduale delle sanzioni finanziarie per offrire chiari incentivi a favore di politiche macroeconomiche appropriate”.