Il patteggiamento è rilenvante anche nel processo tributario

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Il patteggiamento in ambito penale dell’amministratore di una società è rilevante anche ai fini del procedimento tributario.

Sono queste le conclusioni a cui è giunta la Suprema Corte, (sent. Corte Cassazione n.24.587 del 3 dicembre 2010), la quale chiarisce che la sentenza penale di patteggiamento, pur non rivestendo efficacia di giudicato, rappresenta senza dubbio un elemento di prova che deve essere considerato dai giudici in un eventuale procedimento tributario.

In pratica, ad una società veniva contestata la deducibilità di alcuni costi per alcune operazioni ritenute inesistenti. La verifica fiscale portava anche all’avvio di un procedimento penale che si concludeva con il patteggiamento dell’amministratore della società.

La Corte di Cassazione, dunque, condividendo le conclusioni a cui era giunta l’Agenzia delle Entrate, evidenzia che il patteggiamento “costituisce un indiscutibile elemento di prova per il giudice di merito, il quale ove intenda disconoscerlo ha il dovere di spiegare le ragioni per cui l’imputato avrebbe ammesso un’insussistente responsabilità penale”.
Tale pronuncia appare al quanto singolare, soprattutto in virtù del fatto che in molte precedenti occasioni la Suprema Corte ha disconosciuto la rilevanza in ambito tributario delle sentenze penali il cui esito, invece, era di assoluzione del contribuente. Ci si chiede, dunque, perché l’esito penale venga ritenuto rilevante solo quando risulti a svantaggio del contribuente.

Avv. Matteo Sances
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