Nota congiunta di Attilio Befera e Antonio Mastrapasqua
“La riscossione di tasse e contributi sottratti alle Amministrazioni pubbliche, centrali o locali, è un’attività complessa e responsabile; e soprattutto necessaria per recuperare risorse indebitamente sottratte e dovute per il bene comune. La stima di 120 miliardi di euro di evasione annua indica quanto il fenomeno sia diffuso e capillare. Contrastare l’evasione fiscale e contributiva vuol dire però eseguire atti forse impopolari, ma doverosi.
Una legge dello Stato ha normato la materia, affidando alla società Equitalia i metodi e gli strumenti idonei per agire in nome e per conto delle Amministrazioni (da quelle centrali dello Stato, fino a quelle locali come i Comuni). I risultati sono da anni più che positivi. Nel corso del 2010 quasi 9 miliardi di euro sono entrati nelle casse dello Stato grazie alle attività messe in campo da Equitalia e a favore di tutti quei contribuenti che spontaneamente pagano tasse e contributi.
Per tutte queste ragioni i soci della società, Agenzia delle Entrate e Inps, assistono con preoccupazione alla campagna in corso da qualche giorno che mira a rappresentare Equitalia presso l’opinione pubblica con un’immagine distorta e lontana dal vero. La preoccupazione si aggrava quando dalle campagne mediatiche si passa all’aggressione e alle minacce di dirigenti e funzionari della società Equitalia e all’assalto di alcune sedi da parte di facinorosi.
Il rigore applicato alla riscossione di imposte e contributi, nel rispetto della legge, non può essere indicato come un difetto mettendo sul banco degli imputati una società che agisce per il bene pubblico. Nessuna vessazione si manifesta quando ci si limita a richiedere il dovuto secondo quanto la legge impone”.