“La mediazione civile sta appena cominciando a dimostrare le sue potenzialità quale strumento davvero efficace di giustizia alternativa nei rapporti tra le imprese. Siamo solo all’inizio di una rivoluzione silenziosa e pacifica che potrà liberare risorse preziose per lo sviluppo del Paese.”
Così il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha commentato i primi dati raccolti da Unioncamere sulle richieste di mediazione pervenute agli uffici camerali a cinque settimane dall’avvio della riforma della mediazione civile. “In poco più di un mese di operatività della riforma – ha aggiunto Dardanello – le Camere di commercio hanno ricevuto quasi duemila richieste di conciliazione, la metà delle quali nelle materie per le quali è ora prevista l’obbligatorietà.
E sebbene la legge ponga un limite massimo di 4 mesi per concludere la procedura, in soli 40 giorni il 17,2% di quelle avviate si sono già definite e, di queste, quasi un quarto con un accordo ritenuto soddisfacente dalle parti. In alcune Camere, il tasso di conclusione positiva è addirittura superiore al 50%. Se pensiamo che solo nell’ultima settimana abbiamo registrato un raddoppio delle richieste arrivate nelle quattro precedenti messe insieme – ha detto ancora il presidente di Unioncamere – ci aspettiamo che la mediazione obbligatoria potrà dare già entro l’anno un contributo visibile di alleggerimento del lavoro dei tribunali e, soprattutto, dei costi e dei tempi dei contenziosi per le imprese.”
Secondo i dati del monitoraggio di Unioncamere, il valore medio delle mediazione obbligatorie tra imprese, definite nei primi 40 giorni presso gli uffici delle Camere di commercio, è stato di oltre 79.500 euro. Un valore che passa a 146.000,00 euro circa se l’analisi si limita alle mediazioni nelle sole materie di contratti assicurativi, bancari, finanziari, patti di famiglia e affitto di azienda. A ricorrere di più alla mediazione sono state finora le imprese del Nord-Ovest (27,6% di tutte le istanze), seguite da quelle del Nord-Est (40,7%). Meno intraprendenti, per il momento, le imprese del Centro (23,7%) e del Sud e Isole (8%).
“Le controversie – ha ricordato Dardanello – si traducono in costi che incidono, in media, sul fatturato annuo aziendale per lo 0,8%, con un valore medio per azienda di 3.832 euro all’anno. Una spesa per il sistema delle imprese pari a 23 miliardi di euro. Le Camere di commercio hanno da tempo creduto nei benefici legati alle forme di giustizia alternativa, tutte incomparabilmente più brevi e meno onerose. Per questo il sistema camerale ha investito sulle regole, sulla formazione e sulla promozione della cultura della conciliazione. I risultati che oggi presentiamo – ha concluso il Presidente di Unioncamere – ci confermano nella convinzione di aver fatto bene e ci inducono a rilanciare le nostre proposte di più ampia collaborazione a tutte le categorie professionali interessate, per dare piena attuazione alla riforma nell’interesse di cittadini e imprese. Credo che il dialogo possa crescere positivamente, visto che il 69% delle istanze obbligatorie presentate finora sono state depositate da avvocati”.