Per l’Organismo Unitario dell’Avvocatura-Oua la proposta sulla mediaconciliazione, annunciata dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, dopo la riunione di stanotte con alcuni presidenti di Ordini e con il Cnf, è la dimostrazione del completo disinteresse del Ministro nei confronti dei diritti dei cittadini, della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, nonché dell’evidente mancanza di attenzione nei confronti delle decisioni assunte democraticamente dagli avvocati.
Per Maurizio de Tilla, presidente Oua si è “tradito il voto del Congresso Nazionale Forense di Genova che prevede perentoriamente l’eliminazione dell’obbligatorietà della mediaconciliazione, l’introduzione della necessità dell’assistenza dell’avvocato in tutte le controversie (non solo in quelle di alto valore), l’assenza totale di ricaduta della procedura di mediazione sul successivo giudizio da incardinare davanti al giudice. Ma è stata tradita, anche, la volontà espressa dall’avvocatura (Oua, associazioni forensi, 150 ordini professionali) nelle due manifestazioni pubbliche di Roma e nelle astensioni dalle udienze».
«Tradita – sottolinea ancora il Presidente Oua – l’ordinanza del Tar del Lazio che ha rimesso alla Corte Costituzionale non solo l’obbligatorietà della mediaconciliazione ma anche la esigenza di trasparenza, qualità e indipendenza delle Camere di conciliazione e dei soggetti mediatori. Tradita, infine, la volontà espressa da tutti di escludere il business e le speculazioni e gli arricchimenti ingiustificati a discapito dei diritti dei cittadini».
«Il tavolo instaurato dal Ministro Alfano – conclude de Tilla – non è rappresentativo dell’avvocatura. Il Ministro ha scelto interlocutori di comodo, che in gran parte hanno osteggiato un voto congressuale unanime. Non hanno, a suo tempo, agito giudiziariamente e non esprimono, in definitiva, gli orientamenti espressi dappertutto dagli avvocati. Siamo alla farsa sulla vicenda della mediaconciliazione: il Ministro Alfano tenta di crearsi uno scenario artificioso per dare credito al proprio progetto che contrasta con ragioni di diritto, di costituzionalità e di regolamentazione europea. L’avvocatura continuerà nella lotta, tradita dal tavolo instaurato dal Ministro, per l’affermazione dei valori della difesa della giurisdizione, fiduciosa in un risultato positivo dell’azione politica e giudiziaria».
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