Calo delle ore di cassa integrazione richieste dalle aziende ad aprile, sia rispetto al mese precedente (-10,1 per cento) sia rispetto ad aprile 2010 (-19,7 per cento). È quanto rileva il 28esimo rapporto Uil sulla cassa integrazione. Dall’analisi complessiva dei dati è risultato che il Mezzogiorno è l’area del Paese con la minore flessione di ore (rispettivamente -1,7 per cento tra marzo e aprile 2011 e -9,6 per cento rispetto ad aprile 2010), a fronte di percentuali di diminuzione molto consistenti nelle altre aree del Paese. “L’analisi regionale – ha spiegato Guglielmo Loy, segretario confederale Uil – ha mostrato come, a fronte di una discesa complessiva delle ore richieste tra marzo e aprile 2011, in sei Regioni e nella Provincia Autonoma di Trento vi sia stata, invece, una crescita di ore che ha registrato il picco più alto in Molise (+433 per cento). La più forte riduzione di ricorso all’ammortizzatore sociale è stata riscontrata nella Provincia Autonoma di Bolzano (-68,7 per cento). In valori assoluti, il primato della Regione con il maggior numero di ore autorizzate continua a essere la Lombardia (23,5 milioni)”.
Secondo lo studio Uil, ad aprile sono 40 le Province in cui si è registrato un aumento del ricorso allo strumento di sostegno al reddito su base congiunturale. L’aumento maggiore si è riscontrato a Isernia (+1.059,5 per cento). Reggio Calabria invece è risultata la Provincia con la diminuzione più forte (-84,7 per cento). Torino continua ad essere la Provincia che più utilizza la cassa integrazione con oltre 13 milioni di ore ad aprile. Tra i settori produttivi ancora una volta l’industria è stata il ramo di attività con il più alto numero di ore complessivamente autorizzate (68,2 milioni) e con la maggiore richiesta di cassa in deroga (15 milioni di ore). Tutti i settori produttivi sono stati interessati dal calo delle ore di cassa integrazione rispetto a marzo, in particolar modo il commercio (-28,7 per cento). Segnale non positivo quello dell’aumento della cassa integrazione in deroga nel solo settore dell’edilizia (+42 per cento). Un dato, commentano da via Lucullo, che mostra la persistente crisi del settore.
Anche l’analisi condotta sul primo quadrimestre dell’anno segnala una flessione complessiva delle ore autorizzate rispetto allo stesso periodo del 2010. Tra le macro aree, il Sud è il solo a presentare un lieve aumento di richieste (+1,9 per cento) a fronte di una consistente diminuzione che ha interessato il Nord (-29,3 per cento) e il Centro (-11,7 per cento). È evidente, spiega la Uil, che il Sud è il territorio con la più lenta ripresa. La Regione che nei primi quattro mesi del 2011 ha assorbito la più alta percentuale di ore complessivamente autorizzate è la Lombardia (24,8 per cento pari a 80,6 milioni di ore), mentre a livello provinciale Torino ha un’incidenza del 10,9 per cento (pari a 35,5 milioni di ore). “Dall’analisi dei dati riferiti ad aprile è possibile stimare un coinvolgimento di circa 542 mila lavoratori – ha detto Loy -. Si tratta, tuttavia, di un dato grezzo calcolato sulle ore autorizzate e considerando i lavoratori come in cassa integrazione a zero ore. Per conoscere il reale utilizzo dell’ammortizzatore sociale occorrerebbero dei dati più esaurienti che a tutt’oggi non sono noti, quali quelli del tiraggio di ore scorporato per gestioni e per territori. Ciò permetterebbe di monitorare più nel dettaglio sia l’effettivo utilizzo dello strumento che le risorse effettivamente spese per la cassa integrazione in deroga recentemente prorogata anche per il biennio 2011-2012 con l’accordo Stato-Regioni”.
“I dati del quarto mese del 2011, seppur ancora lontani da quelli di una situazione ‘pre crisi’ – ha proseguito il segretario confederale della Uil -, potrebbero comunque far sperare in una leggera ripresa del sistema produttivo, laddove le ore continuassero a scendere anche nei prossimi mesi. Resta da affrontare il problema di un Mezzogiorno, che oltre alle già note problematicità di alti tassi di disoccupazione e di sommerso, mostra anche le più forti difficoltà di ripresa produttiva, come dimostra l’analisi dei dati sulla cassa integrazione. È per invertire tale tendenza, dunque, che occorre agire soprattutto in questa area del Paese con un mix di strumenti che non solo garantiscano il mantenimento dei posti di lavoro, ma che incentivino le imprese ad assumere (attraverso, ad esempio, il credito di imposta occupazione) – ha concluso il sindacalista – e che riducano il troppo elevato tasso di disoccupazione giovanile con l’attuazione di percorsi di formazione e lavoro che vedono nel contratto di apprendistato il più efficace strumento di accesso all’occupazione”.
Fonte: Il Velino