L’anno scorso, la sola Equitalia, agente di riscossione per il fisco, ha contribuito per 9 miliardi nella lotta all’evasione fiscale, che ammonterebbe complessivamente a 120 miliardi. Un successo, di cui si è parlato anche in termini positivi, perché indica una maggiore efficienza, rispetto al recente passato, con numeri che crescono dal 2006 ad oggi, a ritmi molto alti, e nel 2010 la crescita della riscossione è stata pari al 15%. Ma dietro al successo di Equitalia si nasconde una politica molto rigida, spesso discriminatoria, che le associazioni dei contribuenti stanno apertamente osteggiando e mettendo in discussione, dato che in molti casi si costringe a pagare il debitore fiscale con ganasce ai veicoli e ipoteche sugli immobili. Pratiche, che diventano particolarmente odiose, specie se si tiene conto dell’alto importo che viene richiesto al contribuente, il quale non sempre è in grado di pagare la cifra in un’unica soluzione. Lo dimostra indirettamente la stessa Equitalia, che ha concesso sino ad oggi 1,145 milioni di rateizzazioni, per una cifra complessiva di 15 miliardi, indice della crescente difficoltà delle famiglie a fare fronte al debito con lo stato, in tempi rapidi e con pagamenti unici. Da Equitalia, si esprime preoccupazione per gli attacchi all’immagine della società, che sono sfociati in veri e propri atti di violenza contro le sedi di Torino e Milano, e stanno portando alle proteste del popolo delle partite iva in Sardegna, di fronte alla sede regionale. Ma la realtà è che molti contribuenti si lamentano per le innumerevoli cartelle i cui debiti non andrebbero riscossi e che la stessa Equitalia comunque emana, costringendo l’utente a code interminabili presso gli uffici competenti. In molti pagano senza avere reale cognizione della reale tipologia del debito, lamentando anche scarsa trasparenza dell’ente.
Autore: Emanuele Ameruso
Studio Cataldi.it