Imprenderò: un progetto per il passaggio generazionale d’impresa

0
437

Dal supporto alla creazione di una nuova impresa al processo più delicato: quello del passaggio generazionale e della continuità d’azienda. Se ne occupa il progetto Imprenderò, sostenuto da Fondo sociale europeo, Ministero del lavoro e Regione, con numerosi partner istituzionali. Attraverso il sistema camerale, in particolare, si sviluppa su una serie di servizi, basati sulla formazione: quella per i figli che entrano nell’azienda di famiglia, quella per chi è interessato a rilevare un’azienda per rilanciarla o potenziarla, quella per la creazione di una nuova impresa. Le misure del progetto e le buone prassi sono state presentate in Camera di Commercio a Udine.

A introdurre i lavori, in Sala Valduga, il consigliere camerale Ivan Baiutti, che è entrato subito nel tema, parlando di ciò che sta accadendo in questi anni.
Una discontinuità diffusa, cioè, che va affrontata e gestita: il trasferimento d’impresa alle nuove generazioni o a persone realmente motivate è un processo su cui lavorare e su cui le istituzioni hanno il dovere d’investire, proprio per garantire sempre più valore aggiunto all’azienda e dunque consentire a tutto il sistema produttivo di evolversi.

Ad Alessandra Gruppi, consulente allo sviluppo d’impresa, il compito di addentrarsi tra le logiche e le azioni di Imprenderò, che negli anni ha puntato i riflettori sempre più sulla continuità aziendale piuttosto che sulla nascita di nuove realtà produttive. Tra gli strumenti, la Gruppi, oltre rimarcare l’importanza dei seminari e dell’attività di counselling e coaching per dare coerenza e motivazione al percorso di evoluzione aziendale, ha insistito sulla validità dell’affiancamento nella redazione del business plan anche per le piccole imprese e su quella dei “webinar”, seminari via web, che permettono all’imprenditore di ottenere formazione in qualsiasi momento e luogo, gestendosi in piena autonomia.

Quanto ai programmi delle Cciaa, la Gruppi ha ricordato gli incontri di consulenza e orientamento e i primi seminari organizzati dall’Azienda Speciale Ricerca & Formazione: approfondimenti di 4 ore, a giugno, sul passaggio generazionale e la trasmissione d’impresa, per cui le iscrizioni sono già aperte. In ottobre ci sarò invece il corso di formazione (80 ore) a Pordenone.

Toni Brunello, esperto dell’Unione Europea, ha poi presentato le buone pratiche da lui elaborate e adottate dell’Ue come incentivo ad agire. Secondo Brunello, la parte pubblica deve creare un contesto facilitante alla trasmissione d’impresa, che è sempre un momento difficile e anche guardato con diffidenza: questo, promuovendo una rete e riconoscendo che si ha a che fare con un impegno vitale, di medio/lungo termine, sensibilizzando il territorio e accelerando i tempi. Le imprese, contemporaneamente, devono attivarsi, ammettere la probabile incompetenza a far da soli, farsi aiutare a comprendere e governare un problema mai affrontato prima. «Il trasferimento d’impresa – ha detto – non è un momento, è sostanzialmente un processo».

Ecco che il kit delle buone pratiche può arrivare in aiuto per gestirlo al meglio. Tra gli strumenti del “decalogo”, chiedersi sempre se il mercato remunererà i prodotti-servizi dell’impresa di domani, chiedersi in anticipo se vi sia una figura punto di riferimento umano per gli altri interlocutori aziendali; promuovere una buona sintonia fra coloro che staranno nella fascia di vertice dell’impresa di domani; essere disponibili ad attivare una rinnovazione d’impresa.

Ancora: impostare o aggiornare i supporti tecnici e i criteri di gestione alle filosofie moderne di governo d’impresa, affidarsi a tecnici aggiornati con approccio continuo, riguardo alla legislazione fiscale e finanziaria, per garantirsi una trasmissione in tempi brevi e non troppo onerosa; dedicarsi a identificare approcci e criteri, quei “modi” tipici della gestione precedente, che ne sono stati il silenzioso segreto, e di cui non si trova traccia, se non indiretta, nei bilanci.

Importante, secondo Brunello, capire che per avere continuità d’impresa, è necessario parlare di dis-continuità competitiva: «gli scenari cambiano, sempre più in fretta – ha detto -. Bisogna perciò cambiare anche l’approccio».

Dopo gli interventi, la parola è passata alle testimonianze aziendali: Marco Bressan di Off. Attrezzeria Meccanica di Eddi Bressan, Michele Bressan di Car Express, Giuseppe Faggiotto di Cioccolato Peratoner Srl, Luca Furlan di Centro Revisione Galilei, Laura Marini di Ambassador Palace Hotel, Elena Pellaschiar di Visus Ottica, Nicola Pinatto di Pinatto Jr Srl, Nicoletta Segale di Cartolnova Sas, Paolo Tilatti dell’Impresa Tilatti Rinaldo Srl e Marco Tonutti dell’Agriturismo Tonutti.