Confcooperative: contro la crisi serve un +5,5% di occupazione

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I principali dati economici emersi dalla relazione del presidente Luigi Marino in apertura della XXXVII Assemblea Nazionale di Confcooperative al Palazzo della Cooperazione di Roma.

Dati forniti da Elabora Centro studi Confcooperative

Il trend

La cooperazione italiana con il + 5,5% di occupazione negli ultimi due anni è in controtendenza in questo mondo che dopo i subprime e la bolla immobiliare negli Usa è diverso, perché nulla sarà come prima. È stata una crisi economico – finanziaria che ha cambiato gli equilibri dell’economia – mondo, e continua farlo.

Se il “terremoto economico” è alle spalle, gli effetti si avvertono ancora. La durata infinita è, infatti, una delle caratteristiche principali di questa crisi.
La cooperazione conferma le sue caratteristiche: è il modello d’impresa che, radicato sul territorio e votato alla valorizzazione delle sue migliori risorse, mette al centro la persona.

FLASH ECONOMIA

OCCUPAZIONE: + 5,5% in due anni
In due anni + 5,5%: da 507.000 a 535.000 persone occupate. La cooperazione risponde così ai morsi della crisi mondiale: Più 3% di occupazione rispetto allo scorso anno che va sommato al più 2,5% dello scorso anno sul precedente: più 5,5% in due anni. Così le 20.500 imprese aderenti a Confcooperative rispondono alla crisi economico finanziaria che ha sconvolto il mondo. Un utile in meno un occupato in più: si passa dai 507.000 occupati di due anni fa ai 535.000 occupati di oggi.
È donna il 59% degli occupati. Il 22% sono stranieri, di provenienza Ue il 9,5% ed extra Ue il 12,5%.

La buona occupazione esige buona impresa: Nelle cooperative di grandi dimensioni sale al 90% la quota di persone assunte con contratti a tempo indeterminato, mentre scende nelle micro imprese al 60%. La media delle persone assunte con contratti a tempo indeterminato nelle 20.500 cooperative è dell’82%.
nelle cooperative a guida rosa balzo della forza lavoro: + 6,9%. Nelle cooperative rosa, l’occupazione ha fatto segnare un balzo superiore alla media: +6,9% rispetto all’anno precedente.
Rispetto al management è donna il 26%. E nelle cooperative sociali il 35,4% dei presidenti è donna con punte del 40% nella cooperazione di servizi alla persona e, a livello territoriale, del 46% nel Mezzogiorno.

MUTUALITA’: pienamente centrata con l’82%
La valorizzazione dei soci è pienamente garantita dal rispetto del requisito della prevalenza mutualistica. Il livello medio della prevalenza mutualistica nelle cooperative di Confcooperative si attesta all’82%.

EXPORT: + 18% tira la ripresa
+ 18% sullo scorso anno: L’export tira la ripresa: +18% rispetto allo scorso anno. Sono oltre 800 le cooperative che abitualmente esportano per un volume di affari di 4,7 miliardi di euro sui 61 complessivi realizzati. Germania, Regno Unito, Svizzera, Francia, Usa, Canada e Cina i paesi rispetto ai quali si esporta di più. Le cooperative che riescono a esportare sono quelle che hanno retto meglio alla crisi, più patrimonializzate e più longeve.

ELEMENTI DI SOFFERENZA:
Sono rappresentate dalla forte riduzione, se non dall’azzeramento dei margini per le imprese che hanno fatto di tutto per tutelare l’occupazione. A questo vanno aggiunte: la contrazione della domanda interna, la piaga dei ritardati pagamenti della PA, il dumping contrattuale, vale a dire la concorrenza sleale attraverso l’applicazione di contratti pirata che consentono di tagliare sensibilmente il costo del lavoro, burocrazia farraginosa, appesantite condizioni di accesso al credito soprattutto nel Mezzogiorno. Sono fattori che minano la competitività delle imprese, non solo cooperative.

Relazione Luigi Marino