Il 70% è nel terziario, il 13,5% fanno impresa nei settori noleggio e agenzie viaggio; le cinesi fanno la parte del leone con il 15,8% di imprenditrici che si occupano di ristorazione e commercio; l’80% ha meno di 50 anni; è il Centro Italia ad essere la zona più multietnica con il 9,3% di imprese femminili guidate da straniere; Teramo e Trieste le province che hanno il rapporto più alto delle straniere sul totale delle imprenditrici del terziario con, rispettivamente, 13,8% e 13,7%; tra le città metropolitane solo Milano e Roma sono tra le prime dieci, rispettivamente al quarto posto con il 13% e al settimo con l’11,8% di donne imprenditrici straniere.
Questi, in sintesi, i dati più significativi dell’analisi sulle imprenditrici straniere in Italia contenuta nell’ “Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario” nel 2011, realizzato dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio e dal Censis. “Non solo colf e badanti le donne immigrate in Italia, ma anche imprenditric, e prevalentemente nel commercio e nei servizi. La donna immigrata appare come interprete principale di un lento e silenzioso sviluppo all’interno della società e la sua integrazione agevolerà il processo di edificazione e consolidamento di una società realmente multietnica ed interculturale. Il mercato è uno pochi settori in cui a differenza di altri, si possono affermare le pari opportunità. Infatti, il mercato è meritocratico, premia le capacità imprenditoriali, il know how, indipendentemente dal sesso, dall’etnia, dalla religione”: questo il commento di Patrizia Di Dio, neo presidente di Terziario Donna Confcommercio.
Secondo il rapporto, dunque, il 70% dell’imprenditoria femminile straniera in Italia opera nel terziario: con 73.861 imprenditrici attive, questo settore rappresenta il più ampio bacino di imprenditoria femminile straniera, ma è un boom di straniere in tutti i settori: +3,7% in agricoltura, +5,8% nell’industria e +6,5% nei servizi. La percentuale più alta di straniere sul totale delle imprenditrici è riscontrabile nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (dove la quota di straniere è del 13,5%), nelle attività di alloggio e ristorazione (9,8%), nei servizi di informazione e comunicazione (9,7%), e, infine, nelle attività commerciali (9%). La maggior parte viene dalla Cina con il 15,8% di imprenditrici. Seguono, distanziate di molto, Romania (7,6%), Svizzera (7,3%), Marocco (6,7%) e Germania (6,3%).
Dall’incrocio delle differenti nazionalità con i macrosettori produttivi del terziario, emerge che la presenza delle imprenditrici cinesi si concentra soprattutto nel settore del commercio e in quello delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, dove rappresentano rispettivamente il 21% e il 21,2% del totale delle straniere. Nelle attività del commercio le altre due nazionalità più presenti sono quelle del Marocco, con il 10,3%, e della Nigeria, con il 7,6%; per le attività dell’alloggio e della ristorazione dopo le cinesi troviamo le imprenditrici rumene, con il 9,6%, quelle svizzere, con il 7%, e quelle tedesche, con il 7% del totale delle straniere. Il profilo anagrafico è molto più giovane delle italiane. Circa l’80% (contro il 60% circa delle italiane) ha meno di 50 anni: il 67% è tra i 30 e i 49 anni, il 13,1% ha meno di 29 anni. Guardando, invece, al tasso di multietnicità dell’imprenditoria femminile, al primo posto si colloca il Centro, con il 9,3% di imprese femminili con alla guida straniere, seguito dal Nord-Est, con l’8,5%, e dal Nord-Ovest, con l’8,5%.
Tra le regioni dalla multietnicità imprenditoriale più marcata, troviamo il Friuli-Venezia Giulia, con l’11,9%, l’Abruzzo, con il 10,8%, e il Lazio, con il 10,5%. Al contrario, Basilicata, Sardegna e Valle d’Aosta sono le regioni con il tasso di più basso: rispettivamente del 5,6%, del 5,8% e del 5,9%. A livello provinciale, sempre osservando il rapporto delle straniere sul totale delle imprenditrici del terziario, tra le province che presentano il tasso di multietnicità imprenditoriale più elevato, troviamo al primo posto Teramo, con il 13,8%, seguita da Trieste, 13,7%, e da Prato, 13,5%. Tra le Città metropolitane solo Milano e Roma compaiono tra le prime dieci province, rispettivamente al quarto posto, con il 13%, e al settimo, con l’11,8% Al contrario, Cuneo (5%), Foggia (4,7%), Oristano (4,6%), Napoli (4,6%), e Taranto (4%), sono le province italiane in cui si registra il tasso di multietnicità imprenditoriale più basso.