Regione Puglia: si costituisce in giudizio contro le trivelle al largo delle coste molisane ed abruzzesi

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“Ancora una volta siamo costretti ad intervenire contro un decreto dei ministri dell’ambiente e dei beni culturali che autorizza l’avvio delle attività per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi a mare.” Questo il commento dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro.

“Il riferimento- dice l’assessore- è al decreto DVA-DEC-2011-0000126 del 29.03.2011, con il quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha espresso giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del programma dei lavori relativi alla ricerca sismica con la tecnica di Air Gun, presentata dalla società Petroceltic Italia srl, concernente il programma di lavori collegato all’Istanza di Permesso di Ricerca per Idrocarburi denominato “d505 B.R. – E.L.”, posto al largo delle coste abruzzesi e molisane.

“L’autorizzazione, come già successo in altre circostanze analoghe-continua l’Assessore-ci sembra carente di motivazioni e risulta espressa solo su una delle numerose istanze presentate dalla società Petroceltic in quella porzione di mare, in aperto contrasto con l’esigenza di una valutazione complessiva delle proposte che tenga conto degli impatti cumulativi che queste potrebbero avere sul sistema marino-costiero e sulle numerose attività economiche del territorio prevalentemente incentrate su turismo e pesca.

“Il Ministero non ha inteso coinvolgere la Regione Puglia nel procedimento sul falso presupposto che l’intervento avviene al largo delle coste dell’Abruzzo e del Molise. Tuttavia l’attività ricade in un’area posta nelle immediate vicinanze delle coste pugliesi e, in particolare, dell’area marina protetta delle Isole Tremiti e, pertanto, è nostra intenzione intervenire nella valutazione dei possibili impatti connessi alla realizzazione delle attività di che trattasi.

“Per questo motivo abbiamo deciso di costituirci in giudizio contro il provvedimento di autorizzazione e contiamo, nelle sedi giudiziarie, di far valere le nostre ragioni che sono quelle della tutela ambientale, della salvaguardia della salute e dell’ecosistema.”