Autorità: l’8% del Pil sono appalti pubblici

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102 miliardi, pari all’8% del PIL, è il valore complessivo del mercato degli appalti pubblici ed occupa quasi 1,5 milioni di persone. Di questi, 87 miliardi di euro sono riferibili a contratti di importo superiore a 150.000 euro. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla Relazione annuale 2010 dell’ Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, presentata ieri al Senato dal Presidente Giuseppe Brienza.

Dall’analisi è emerso che il mercato dei contratti pubblici presenta ancora numerose criticità quali uno scarso livello concorrenziale, un’eccessiva litigiosità dei soggetti coinvolti, una sproporzionata durata dell’esecuzione dei contratti, nonché un frequente ed immotivato ricorso a varianti che provocano un sensibile aumento dei costi contrattuali.

Inoltre, in relazione all’attività di vigilanza, l’Autorità ha riscontrato:

– un utilizzo improprio di procedure, tra cui il ricorso eccessivo alla procedura negoziata (28,56 miliardi di euro affidati senza gara);
– l’utilizzo improprio dell’art. 5, c.1 della legge 381/91 (gli affidamenti diretti nel 10% dei casi superano l’importo della soglia comunitaria con punte di oltre 10 milioni di euro);
– la realizzazione di lavori ed all’acquisizione di beni e servizi stipulati dalle società con capitale pubblico, anche non maggioritario che non rispettano il applicano il Codice dei contratti pubblici (1,2 miliardi di euro è la quota annua di mercato sottratta alla libera concorrenza);
– la permeabilità del mercato italiano a prodotti ed imprese esteri;
– la scadente performance delle stazioni appaltanti ed imprese.

La relazione sul sito dell’Autorità