Studi di settore al microscopio: ecco le novità

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In questo momento di scadenze fiscali, valutiamo le novità inerenti gli studi di settore 2011. Proprio in questi giorni tutti gli studi commerciali-contabili sono alle prese con la compilazione delle dichiarazioni dei redditi per l’anno d’imposta 2010 e, come già noto, la stragrande maggioranza delle imprese che svolgono attività produttive si trovano a dover compilare anche gli studi di settore.

Innanzitutto, una premessa su cosa siano gli studi settore. Gli studi di settore sono degli strumenti che si propongono l’obiettivo di individuare le condizioni di operatività delle imprese e di determinarne i ricavi attraverso un processo di stima.

E’ bene sapere che ogni singolo valore, pur se ottenuto analiticamente, tiene conto di una molteplicità di variabili, come il settore, la localizzazione, i processi produttivi sottostanti e anche variabili di carattere esterno rispetto all’azienda, come l’andamento della domanda a livello macroeconomico, il livello dei prezzi, il costo del denaro. Inoltre, nel determinare le presunte entrate di un’azienda, sono tenute in gran conto le caratteristiche dell’area territoriale in cui opera affinché possano emergere eventuali disparità a livello di infrastrutture e servizi, mercato di sbocco, capacità di spesa, tipologia dei fabbisogni.

Tali fattori, che si riferiscono direttamente o indirettamente alla realtà territoriale, incidono notevolmente sulla capacità della singola impresa di produrre ricavi, poiché a parità di condizioni dell’operatore economico, i risultati dell’attività variano in funzione del contesto ambientale in cui viene svolta. Gli studi di settore nascono con lo scopo di instaurare un rapporto basato sulla certezza, l’equità e la trasparenza. Infatti, attraverso gli i studi di settore l’Amministrazione finanziaria può individuare per poi verificare –  quei soggetti (imprenditori e professionisti) che dichiarano un reddito inferiore rispetto a quello presumibile  in relazione all’attività esercitata, alla forza lavoro, al settore di attività, alla sede di attività. Tali elementi producono una serie di parametri, come:

· indice di congruità (ricavi o compensi dichiarati dal contribuente tramite le scritture contabili)
· indice di coerenza (principali indicatori economici)
· intervallo di confidenza (rappresentato dal ricavo minimo e dal ricavo puntuale dell’attività)
utilizzati poi dal Fisco per fare una prima valutazione sulla veridicità dei dati forniti dalle imprese.

Novità di quest’anno, per l’applicazione degli studi di settore per le attività di abbigliamento e calzature 2010, al fine di adeguare ulteriormente i risultati dello studio alla realtà economica territoriale, si è, inoltre, tenuto conto delle possibili differenze di risultati economici legate alle seguenti analisi:

· “Territorialità del livello delle retribuzioni”;
· “Territorialità del livello del reddito disponibile per abitante”;
· “Territorialità del livello dei canoni di affitto dei locali commerciali a livello comunale”;
· “Territorialità dei Factory Outlet Center”.

In particolare, negli ultimi anni il commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature ha visto aumentare la concorrenza di canali di vendita alternativi, “low cost”, come quello rappresentato dai Factory Outlet Center (FOC). Al fine di rilevare gli effetti connessi alla presenza sul territorio dei FOC è stato introdotto, per alcuni cluster regionali in cui è risultato significativo, un apposito differenziale nella funzione di stima dei ricavi per quei contribuenti che esercitano l’attività nelle vicinanze di un FOC, considerando per ogni comune la distanza espressa in minuti di percorrenza dal FOC più vicino. Tale differenziale è stato applicato alla variabile “Costo del Venduto + Costo per la produzione di servizi”.

Per l’elaborazione di tale differenziale è stata condotta un’analisi sulla base dei FOC esistenti sul territorio nazionale al 31 dicembre 2008. Con il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 22 marzo 2011 si è proceduto ad aggiornare la territorialità costruita al 31 dicembre 2008 per tenere conto dell’apertura dei seguenti FOC, avvenuta nel corso del 2009 e del 2010:

· Pescara Outlet Village di Città Sant’Angelo (PE) in Abruzzo;
· Outlet Capri Due (La Reggia) di Marcianise (CE) in Campania;
· Sicilia Factory Outlet di Agira (EN) in Sicilia.

In particolare, è stato aggiornato sia l’elenco dei comuni italiani che rientrano nell’area gravitazionale dei FOC sia le distanze di tali comuni dagli stessi Outlet (si evidenziano i comuni distanti più di 90 minuti dal FOC più vicino).

Ad esempio, i contribuenti che esercitano l’attività nei comuni della Campania e risultano avere una distanza inferiore a 90 minuti dall’Outlet Capri Due di Marcianise (CE), non riscontreranno nessun differenziale nella stima dei ricavi derivante dalla presenza di tale Outlet, poiché sulla base dei dati relativi al periodo d’imposta 2008 non è stato valorizzato alcun differenziale relativo all’influenza dei FOC.

di Ilaria Cristina